Michel Barnier giocherà il suo ruolo a tutto campo questa settimana. Mentre il Raggruppamento Nazionale minaccia sempre più apertamente di censurare il governo, il Primo Ministro riceverà lunedì mattina a Matignon i capi dei gruppi parlamentari, a cominciare da Marine Le Pen.
Soprattutto, la settimana si preannuncia particolarmente impegnativa e rischiosa per l’esecutivo. Martedì l'Assemblea nazionale discuterà e voterà il trattato con il Mercosur, in un contesto di rabbia degli agricoltori. E giovedì si annuncia nell'emiciclo un dibattito teso nell'ambito di una “nicchia” di La France insoumise sull'abrogazione della riforma delle pensioni.
Il 49.3 incombe
Ma è sul piano del bilancio che si addensano le nubi su Matignon, poiché la prospettiva dell'entrata in vigore dell'articolo 49.3 si avvicina sempre più. In assenza di una maggioranza in seno all'Assemblea, Michel Barnier utilizzerà “probabilmente” nelle prossime settimane quest'arma costituzionale, che permette l'adozione di un testo senza votazione, a meno che una mozione di censura non lo rovesci. Ciò supporrebbe che la RN aggiunga i suoi voti ad una mozione presentata dalla sinistra.
Questa “coalizione degli opposti”, “so che non è ciò che vogliono i francesi, che oggi vogliono stabilità, serenità”, ha detto giovedì il primo ministro. Come Emmanuel Macron che anche lui dall'Argentina ha dichiarato di volere “stabilità”.
Ma secondo un sondaggio Ipsos per Domenica alla Tribunail 53% dei francesi vuole la caduta del governo. E la valutazione di Michel Barnier cade in un altro sondaggio Ifop per il JDDal 36% rispetto al 45% di quando fu nominato all'inizio di settembre.
Il lungo elenco delle rimostranze del RN
La pressione è quindi al massimo per l'inquilino di Matignon. In attesa dell'intervista di lunedì mattina, “Michel Barnier crea le condizioni per la censura”, ha avvertito il vicepresidente della RN Sébastien Chenu. E la RN elenca le sue lamentele: rivalutazione delle pensioni, tassa sull'elettricità, “aumento del contributo della Francia all'Unione europea”, o addirittura l'assenza di risparmi sul “millefoglie dello Stato” e “sull'immigrazione”…
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Tre i testi di bilancio che saranno presentati al 49.3: il bilancio della Previdenza sociale, quello dello Stato per il 2025 e infine il disegno di legge finanziaria di fine gestione per il 2024.
Per discuterne, lunedì, dopo Marine Le Pen, Michel Barnier riceverà Stéphane Lenormand (Liot), Éric Ciotti (UDR) poi Mathilde Panot (LFI), che intende ripetergli “che non ha alcuna legittimità democratica”. Il primo ministro vedrà anche mercoledì i socialisti Boris Vallaud e Patrick Kanner e gli ecologisti Cyrielle Chatelain e Guillaume Gontard, poi giovedì i comunisti André Chassaigne e Cécile Cukierman. I responsabili della “base comune” (LR, Rinascimento/EPR, MoDem, Orizzonti) saranno ricevuti insieme martedì, come ogni settimana. Tra pochi giorni il presidente del Consiglio avrà quindi una buona stima del peso reale della spada di Damocle.