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Anche questa concessione arriva, come sempre, un po’ troppo tardi. Il Cremlino, che vede in ciò una partecipazione diretta degli Stati Uniti al conflitto, brandisce ancora una volta la minaccia nucleare. Una minaccia è emersa dopo che l’esercito ucraino ha colpito la regione di confine russa di Bryansk con diversi missili ATACMS statunitensi a lungo raggio. Putin ha successivamente firmato un decreto che amplia i criteri per l’uso delle armi nucleari, includendo appunto il lancio di missili balistici contro la Russia. Una minaccia brandita così spesso che sembra in gran parte attenuata. Ma fino a che punto si spingerà Putin se teme di perdere questa guerra?
“Il tempo stringe, soprattutto con l’imminente arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca”
Il tempo stringe, soprattutto con l'imminente arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca: secondo il futuro vicepresidente americano JD Vance, la soluzione del conflitto “somiglia probabilmente all'attuale linea di demarcazione tra Russia e Ucraina che diventare una sorta di zona demilitarizzata. Chiaramente, la pace consisterebbe nella rinuncia dell’Ucraina al 20% del suo territorio, nel Donbass e in Crimea. Da qui l'appello lanciato ieri da Volodymyr Zelenskyj all'Europa al Parlamento europeo affinché continui i suoi impegni. Secondo il presidente ucraino, la Russia non avrà “una reale motivazione per avviare negoziati senza bruciare i propri depositi di munizioni […]senza la distruzione delle sue basi aeree, senza la perdita delle sue capacità di produzione di missili e droni e senza che i suoi beni vengano confiscati”.
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Una situazione che non impedisce al presidente ucraino di essere realista, consapevole delle difficoltà che incontra sul terreno e quindi di considerare la perdita dei territori occupati, come auspica il futuro vicepresidente americano. E questo, senza alcun compenso per il Paese.
In questa ipotesi “forse l'Ucraina dovrà vivere più a lungo di una certa persona a Mosca per raggiungere tutti i suoi obiettivi e ripristinare l'integrità del suo Stato”, ha detto il presidente ucraino. Il realismo di Zelenskyj arriva quindi al punto di prevedere che la lotta per l'Ucraina duri oltre la vita dell'autocrate del Cremlino.