182 ONG manifestano a Parigi per protestare contro i tagli di bilancio annunciati sugli aiuti allo sviluppo

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Il Bilancio 2025 prevede una riduzione di due miliardi di euro degli aiuti destinati ai Paesi poveri. Queste organizzazioni non governative, riunite nel Coordinamento Sud, hanno manifestato martedì a Parigi.

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Pubblicato il 20/11/2024 07:01

Tempo di lettura: 2 minuti

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La bozza di bilancio 2025 prevede una drastica riduzione degli aiuti destinati ai Paesi poveri. (NICOLAS LANDEMARD / LE PICTORIUM / MAXPPP)

Temono l'”effetto domino”: quando cade la prima, porta con sé le altre… Quasi 200 ONG si sono mobilitate a Parigi, martedì 19 novembre, per difendere i bilanci degli aiuti allo sviluppo. Una questione di vita o di morte per alcuni di loro e soprattutto per centinaia di migliaia di persone nel mondo che dipendono da loro.

La bozza di bilancio 2025 prevede, infatti, una drastica riduzione degli aiuti destinati ai Paesi poveri. Verrebbe così eliminato più di un terzo del bilancio, ovvero circa due miliardi. Una politica che non sarà priva di impatto sul territorio.

Due miliardi in meno, ovvero il 30% degli aiuti allo sviluppo, questo significa ONG in difficoltà ma soprattutto persone che rimarranno sul ciglio delle strade del mondo, spiega Pauline Pruvost, di Solidarités international: “È soprattutto una storia di vita o di morte per le persone che aiutiamo. Le nostre operazioni si svolgono in contesti di crisi, disastri naturali, sfollamenti forzati”.

Messa in pericolo delle popolazioni e cattiva condotta politica, aggiunge Adrien Sallez dell'ASMAE, l'ONG di Suor Emmanuelle: “Il retrofit non è né sviluppo, né solidarietà, né felicità. Abbiamo bisogno che gli altri si sviluppino e questo ha anche un interesse economico, politico, sociale, sia per l'Europa che per la Francia. Quindi, è un errore tornare indietro su questi temi.”

E che dire della promessa della Francia che si era impegnata a destinare lo 0,7% della sua ricchezza agli aiuti esteri? Un tasso mai raggiunto e un impegno non mantenuto, deplora Laura Audouard, della ONG Plan international: “Il presidente Emmanuel Macron ha parlato in diverse occasioni di uno shock finanziario per lo sviluppo alle Nazioni Unite, chiedendo più soldi agli Stati. È ora che oggi la Francia mantenga la sua parola sulla scena internazionale.”

Infine, possiamo essere direttamente preoccupati per la sopravvivenza di alcune ONG: il settore impiega 50.000 persone in Francia.


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