Del misto di tensione e cacofonia che a volte circonda questo incontro da diverse settimane, ce ne saremmo quasi dimenticati: la Francia-Israele che si sfiderà questo giovedì (20.45) allo Stade de France non è un vertice geopolitico ma “semplicemente” una partita di calcio. Una quinta giornata della prima fase della Società delle Nazioni, la cui posta non alzerà il pubblico: l'obiettivo è solo di prestigio per la scelta di Ran Ben Shimon, ultimo nel suo girone dopo aver perso le prime quattro partite e condannato per tornare in Lega B. Per gli azzurri si tratta di convalidare definitivamente il biglietto per i quarti di finale della manifestazione, che si svolgerà a marzo sotto forma di gara a due, prima ancora di concludersi domenica in Serie A. Italia.
Un punto in due partite… Questo ricorda un altro mese di novembre – 1993 – quando Jean-Pierre Papin e compagni misero i piedi nella moquette per qualificarsi ai Mondiali del 1994, con l'unica sconfitta della storia contro gli israeliani (2-3) al Parco dei Principi prima di affondare contro i bulgari.
Disincanto, risultati
Trentuno anni dopo, l'impatto di una battuta d'arresto sarebbe ovviamente meno traumatico ma alimenterebbe quel sentimento di disincanto che accompagna il ritorno di Didier Deschamps e dei suoi uomini da settembre. Ci saranno 4.000 poliziotti e gendarmi intorno e nello stadio per poco più di 20.000 spettatori, la peggiore affluenza per i Blues allo stadio dai 36.842 spettatori dell'amichevole contro la Nuova Zelanda nel 2003.
È ovviamente difficile attenuare la quota di preoccupazioni per la sicurezza e manifestazioni politiche presenti in questo numero, una settimana dopo gli attacchi contro i tifosi del Maccabi Tel-Aviv nelle strade di Amsterdam e mentre il governo israeliano ha chiesto ai suoi connazionali di restare a casa. Ma esprime anche una passione un po' scheggiata, misurata dal calo degli ascolti televisivi (3,9 milioni e 4,7 milioni di telespettatori) in un mese di ottobre in cui hanno fatto più parlare dell'assenza e poi del viaggio di Kylian Mbappé a Stoccolma che dei successi contro Israele ( 1-4), già a Budapest, poi in Belgio (1-2).
È un peccato, perché se la battuta d'arresto di settembre contro l'Italia aveva preoccupato (1-3), le tre partite giocate da allora senza il loro capitano – a cui si aggiunge il successo contro il Belgio a Lione per 2-0 – hanno mostrato una formazione pronta a tornare alle sue basi collettive. . Non riuscendo a lasciarsi prendere la mano, è solido e vince puntando soprattutto sulla velocità dei suoi giocatori offensivi.
Sempre un laboratorio
Questa volta, oltre a Mbappé, il tecnico francese dovrà accontentarsi delle assenze di Dembélé e Tchouaméni. Sarà questa l'occasione per rivedere Coman, Kanté e Rabiot ma anche Olise, Koné, Zaire-Emery in una competizione di cui Deschamps afferma di volerne fare un laboratorio. Finora ha avuto successo soprattutto al Kolo Muani (7 gol e tre assist nelle ultime sette partite da titolare) e al Barcola, che le ha portato gambe e freschezza. Lavoro ancora in corso in difesa e in mezzo dove i due incontri della settimana dovrebbero regalare ancora una volta turnover.
Con 750.000 euro per la vittoria e la prospettiva di un jackpot di almeno 7 milioni di euro in caso di partecipazione alle Final Four di giugno, i pragmatici diranno che la FFF potrebbe, in caso di successo, partecipare al finanziamento della sicurezza in un momento in cui il Lo Stato cerca di rimpinguare le casse. Con la certezza di un girone eliminatorio composto da sole quattro squadre (per una qualificazione e uno spareggio) in caso di qualificazione e di uno spareggio in caso di primo posto nel girone, Didier Deschamps ricorderà che la settimana può aprire un po' di più la percorso verso la Coppa del mondo 2026 con 48 squadre. Perché è pur sempre uno sport.