Di: Amylkar D. Acosta M.
L’Ecuador subisce fino a 10 ore di razionamento del servizio energetico al giorno. Abbiamo già visto quel film, è stato girato in Colombia 32 anni fa, quando soffrivamo i rigori di un razionamento simile, durato 14 mesi tra il 1992 e il 1993 (343 giorni, tra le 9 e le 10 ore di razionamento, il 15% della domanda ). Lì viene ripubblicato.
La causa principale di ciò che sta accadendo in Ecuador è molto simile al caso colombiano: 1) 79% di dipendenza dalla produzione idrica (Colombia 80%). 2) ritardo nell'esecuzione di progetti di generazione e trasmissione a causa della nazionalizzazione del settore e della mancanza di spazio fiscale (in Colombia ha assorbito il 45% del debito pubblico) per gli investimenti necessari. 3) dei 3.000 MW di capacità di generazione termoelettrica installata, solo 700 MW sono operativi a causa dell'obsolescenza e della mancanza di manutenzione per mancanza di risorse. 4) le tariffe sono fissate dall'esecutivo, soggette a considerazioni politiche e non tecniche. 5) Allora come oggi, la siccità servì da fattore scatenante per il blackout poiché, parodiando Warren Buffet, possiamo dire che quando il livello dell'acqua nei bacini si abbassa, sai chi nuotava nudo!
Sullo sfondo della calamità che il blackout significò per il Paese, è importante evidenziare che tra il 1990 e il 1991 si tennero diversi congressi internazionali sull’energia, nei quali cominciò a ventilare la necessità di una riforma del Sistema, divenendo il tema catalizzatore che lo ha reso possibile. Perciò l'emanazione delle leggi sul servizio pubblico (142 del 1994) e sull'elettricità (143 del 1994), che sono sorelle siamesi, sono state la loro risposta e ne hanno assimilato gli insegnamenti appresi.
Il passo più importante era già stato compiuto dall’Assemblea Costituente del 1991, stabilendo nell’articolo 365 della nuova Costituzione Politica che, sebbene sia lo Stato a dover garantire la fornitura dei servizi pubblici, essi possono essere forniti anche da “comunità organizzate o individui”. Ciò si è tradotto in un investimento privato di circa 140 miliardi di dollari negli ultimi 30 anni. La capacità di generazione installata è passata da 8 GW nel 1995 a 21,3 GW nel 2024, con un incremento del 266%. La copertura è passata dal 70,9% nel 1990 al 98,72% nel 2023. E il numero di utenti è passato da 4,4 milioni nel 1990 a 17,7 milioni nel 2023.
Lo Stato si riservava inoltre la funzione di regolamentazione, prevista dallo stesso articolo 365 della Carta, e di vigilanza attraverso la Soprintendenza ai servizi pubblici, l'unica avente rango costituzionale. La Legge sui Servizi Pubblici ha dato vita alle commissioni di regolamentazione, tra cui la Commissione di Regolazione per l’Energia e il Gas (CREG).
Grazie a questo quadro istituzionale, la Colombia ha potuto resistere e resistere all’assalto del fenomeno El Niño ed è l’unico paese dell’America Latina a non aver subito il razionamento negli ultimi 30 anni. Oggi però ci troviamo di fronte al rischio di razionamento, ma per ragioni diverse da quelle di ieri: la crisi finanziaria delle società di commercializzazione dell'energia, la carenza di gas naturale, ma soprattutto la ristrettezza dell'approvvigionamento energetico che riduce le risorse del sistema margine di manovra in un momento in cui i bacini idroelettrici non sono ancora recuperati in modo soddisfacente.