Marc Ferracci non esclude un ingresso nel capitale dello Stato di Opella

Marc Ferracci non esclude un ingresso nel capitale dello Stato di Opella
Marc Ferracci non esclude un ingresso nel capitale dello Stato di Opella
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Quale futuro per la produzione di Doliprane in Francia, dopo che Sanofi ha deciso di vendere la sua filiale di farmaci di consumo Opella a un fondo americano? Questa domanda ha occupato gran parte dell’intervista del ministro dell’Industria Marc Ferracci, a France Inter questo martedì mattina. Quest’ultimo, lo ricorda, accompagnato dal ministro dell’Economia Antoine Armand, ha visitato ieri la fabbrica di Lisieux, in Normandia, che produce la quasi totalità dell’antidolorifico più venduto in Francia.

Procedura di controllo degli investimenti esteri: il governo può “bloccare” la vendita di Doliprane?

Di fronte alla preoccupazione dei dipendenti dello stabilimento di veder scomparire il loro posto di lavoro, il ministro dell’Industria ha tenuto a ricordare nel corso di questa intervista che “legalmente” lo stato può “opporsi alla vendita di Opella” al fondo nordamericano CD&R. Le ragioni che potrebbero giustificare una tale decisione, secondo il ministro: che l’operazione finanziaria non garantisce “la sicurezza sanitaria della Francia”in termini di fornitura di farmaci Doliprane, e “mantenimento dell’occupazione industriale” nel sito di Lisieux, con 250 dipendenti.

“Questi due obiettivi sono incomprimibili, su questo saremo vigili”ha insistito Marc Ferracci sulla Francia Inter, che sostiene di averlo “ha richiesto impegni scritti sul mantenimento dei volumi di prodotto, sul mantenimento dei subappaltatori”. E per insistere ancora: “Se questi impegni non vengono assunti, il codice monetario e finanziario permette di opporsi a questa vendita. »

Lo Stato potrebbe entrare in Opella

Inoltre, il ministro della squadra di Bercy no “escluso” un investimento di capitale di“un attore pubblico” in Opella, la filiale consumer di Sanofi, attualmente in vendita. Lo ha spiegato con queste parole: “Dato che gran parte delle vendite di Doliprane vengono effettuate in Francia, ciò interessa allo Stato. Avremmo il diritto di indagare sugli affari di Opella”.

Nella sua intervista, il ministro ha anche cercato di rispondere alla preoccupazione che questa vendita suscita in un gran numero di politici eletti, sia dell’opposizione, sia dei membri e degli alleati del blocco macronista. Alcuni di loro, infatti, non capiscono perché Sanofi abbia scelto l’americano CD&R invece del fondo francese PAI Partners, anch’egli in corsa.

“Non commento personalmente questioni finanziarie private, non è il mio ruolo”sottolinea il ministro dell’Industria. “Ma ancora una volta ciò che ci interessa è garantire il mantenimento dei posti di lavoro industriali in fabbrica, lo garantiremo attraverso impegni scritti ed eventuali sanzioni se non verranno rispettati”.

Il segretario generale della CGT è molto turbato

Un impegno che forse tranquillizzerà i sindacati, contrari a questa cessione. A cominciare dalla CGT, il cui segretario generale è stato intervistato questa mattina da TF1. Dopo aver qualificato la vendita di Opella as “il simbolo del fallimento totale della politica industriale di Emmanuel Macron”Sophie Binet deplora che ciò consista “dare pieni poteri alle multinazionali”. Un approccio tanto più dannoso dato che Sanofi, a suo dire, ne ha tratto vantaggio “Un miliardo di crediti d’imposta per la ricerca in 10 anni” durante la divisione “la forza lavoro in Francia è raddoppiata, in particolare i posti di lavoro dei ricercatori”.

Chiamato a reagire su France Inter a queste osservazioni, Marc Ferracci ha semplicemente ammesso di sì “vero che Sanofi è stata aiutata dal governo” negli ultimi anni. Ultimo esempio: la recente installazione di una nuova fabbrica di vaccini Sanofi, a Neuville-sur-Saône, nel Rodano. Inaugurato a metà settembre, il sito ha beneficiato di 240 milioni di euro da parte dello Stato, su un investimento complessivo di 500 milioni di euro. “Lo Stato sta nel suo ruolo”sostenendo questo tipo di progetti, ha dichiarato Marc Ferracci.

Immigrazione di manodopera necessaria per l’industria francese

Ampliando il suo intervento all’occupazione industriale in generale, il ministro, vicino a Emmanuel Macron, ha voluto ricordare “che l’immigrazione, e in particolare l’immigrazione per motivi di lavoro”, era “una necessità” nel settore in Francia. Marc Ferracci ha ricordato la sua recente visita alla fabbrica francese della casa automobilistica Stellantis “sulla linea di produzione”vengono trovati “58 nazionalità”. E a lanciarsi questa mattina al microfono di France Inter: “Senza immigrazione non possiamo fare affari nel settore. »

Vendita di Doliprane: il governo vuole ottenere garanzie, ma resta vago sulle sanzioni

Anche il suo predecessore nel portafoglio dell’Industria, Roland Lescure, si è espresso chiaramente a favore della necessità dell’immigrazione in Francia per poter reindustrializzare il paese, a settembre e novembre 2023, durante le discussioni in Parlamento sull’ultima legge sull’immigrazione finalmente promulgato lo scorso gennaio. Degli 1,3 milioni di posti di lavoro che saranno occupati nelle fabbriche francesi nei prossimi 10 anni, “se riusciamo a formare da 800 a 900.000 giovani e anziani del settore (…), francamente, sarà eccezionale”, disse in quel momento, indicando “che dovremo sicuramente cercare altrove” altri lavoratori.

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