Ritorno poco convinto per il Balletto dell’Opera di Parigi con Forsythe / Inger

Ritorno poco convinto per il Balletto dell’Opera di Parigi con Forsythe / Inger
Ritorno poco convinto per il Balletto dell’Opera di Parigi con Forsythe / Inger
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Il Balletto dell’Opera di Parigi torna con il doppio cartellone Forsythe / Inger, un programma che unisce due nuovi brani nel repertorio della compagnia e la ripresa di Blake lavora I. La serata di giovedì 10 ottobre è stata segnata anche dall’addio della star ballerina Laura Hecquet, celebrato al termine della sfilata del Balletto. Un modo modesto di ritirarsi dal palco, quanto uno strano inizio di spettacolo, con inchini davanti a un pubblico che non aveva ancora visto nulla. Inoltre l’orchestra, presente solo per suonare La marcia dei Troiani di Berlioz per la sfilata, ha poi lasciato il posto all’impianto audio dell’Opéra Garnier, sputando musica registrata di varia qualità, creando così una certa frustrazione. Fortunatamente, alcune esibizioni virtuosistiche di ballerini hanno ancora incantato questa serata sommessa.

La sfilata del Balletto dell’Opera di Parigi

© Julien Benhamou / Opéra national de Paris

Fortunatamente non programmato quasi tutte le sere, Parola per parolauna clip di marketing di dodici minuti in costumi Chanel destinata a Instagram piuttosto che all’arte e firmata My’Kal Stromile sulla musica inascoltabile di Jerome Begin, prolunga il gala e la sfilata del balletto. Cinque ballerini, vestiti con tutù rosa e giacche ricamate con filo d’oro di ispirazione “gotica Lagerfeld”, sviluppano alcuni movimenti neoclassici perfettamente dimenticabili nel decoro Secondo Impero del palcoscenico ampliato di Garnier, qualcosa che avevamo già visto più volte.

Riordinare all’Opéra Garnier

© Ann Ray/Opéra national de Paris

Lo spettacolo comincia davvero dalla seconda parte, portata avanti da due coreografie di William Forsythe. Riordinareun lavoro sperimentale creato nel 2011 per il duo stellare formato da Sylvie Guillem e Nicolas Le Riche, è trasposto in una nuova versione in trio. Questo “riarrangiamento” del pezzo, il cui nome stesso porta con sé il concetto di fare e disfare, è una ricerca sull’azzardo della forma, con alcuni passaggi semi-improvvisativi. Il ruolo del ballerino si duplica così in questa nuova versione, che ruota attorno alla ripetizione della stessa sequenza di movimenti sbilanciati e discontinui da parte di un ballerino, vestito da allenamento. Musica e salti leggeri, ci fermiamo e ripartiamo. Roxane Stojanov, che eredita il pesante compito di ballare Sylvie Guillem, in un lavoro visibilmente coscienzioso, è superbamente snella e sospesa. Al suo fianco, Takeru Coste e Loup Marcault-Derouard scivolano magnificamente, come due elettroni fluttuanti in questo spazio instabile.

Blake lavora I all’Opéra Garnier

© Ann Ray/Opéra national de Paris

Creazione finale di William Forsythe per l’Opera di Parigi (2016), Blake lavora I è una coreografia corale ben costruita e messa in scena in modo sobrio, per un grande corpo di ballo, sulla musica piuttosto lamentosa di James Blake. Spesso ballato sin dal suo ingresso nel repertorio, il pezzo viene riproposto in questo revival da una nuova generazione di giovani ballerini, come Bleuenn Battistoni, nominata star pochi mesi fa, e la giovanissima Inès McIntosh. Nel primo movimento, al cui femminile richiamano i ports de bras Serenata di Balanchine, i solisti risaltano piuttosto che fondersi nel tutto. Ma è nel quarto movimento, la cui ascesa percussiva spesso si appiattisce per mancanza di virtuosismo, che Inès McIntosh ci lascia letteralmente a bocca aperta, con una presenza sul palco che eclissa tutto – compreso Battistoni.

Impasse all’Opéra Garnier

© Agathe Poupeney / Opéra national de Paris

Infine, la serata si conclude con l’ingresso nel repertorio diImpasse del coreografo svedese Johan Inger, su musiche allegre di Ibrahim Maalouf. Un trio balla spensieratamente davanti all’arredamento di una casa a punta. Metafora un po’ semplice del nostro mondo che si sta ribaltando, la scena si popola sempre più fino a diventare invivibile: al trio si aggiungono altri uomini, poi un’orda di personaggi clownesci (una donna incinta con un paralume rosa in testa, un giullare in tutù blu, un uomo irsuto con un abito vintage viola…) che guidano il trio in un charivari volteggiante. Il pezzo si conclude con la proiezione su uno schermo della casa che brucia, sullo sfondo di una musica incalzante, mentre i corpi si muovono inutilmente. Bello, senza essere né originale né sorprendente, questo messaggio avrebbe potuto avere una vera profondità se le corde fossero sembrate meno spesse.

***11

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