Carole Delga, Karim Bouamrane, Raphaël Glucksmann: la socialdemocrazia francese in ordine di battaglia

Carole Delga, Karim Bouamrane, Raphaël Glucksmann: la socialdemocrazia francese in ordine di battaglia
Carole Delga, Karim Bouamrane, Raphaël Glucksmann: la socialdemocrazia francese in ordine di battaglia
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Si tratta di una vera e propria offensiva di gruppo: la presidente socialista dell’Occitania Carole Delga lo scorso fine settimana, un altro socialista, il sindaco di Saint-Ouen nella regione parigina, Karim Bouamrane che ha lanciato il suo movimento giovedì sera, e poi l’eurodeputato di Place Publique, Raphaël Glucksmann che ha riunisce le sue truppe oggi e domani a La Réole in Gironda. Ciò che hanno in comune tutti e tre: un anti-melenconismo frontale e il desiderio comune, anche di sostenersi a vicenda, di realizzare un’alternativa sociodemocratica contro l’egemonia di sinistra di La Insoumise. Per Raphaël Glucksmann, che ha vinto quasi il 14% alle elezioni europee, questa è l’occasione per preparare il suo sostegno ad un potenziale scioglimento il prossimo giugno in attesa delle prossime elezioni presidenziali.

Il dirigente del PS, Olivier Faure, non sarà presente all’incontro di Raphaël Glucksmann. I due uomini sono divisi sulla strategia del Nuovo Fronte Popolare, Faure è fedele per il momento all’unione di tutte le sinistre, LFI compresa. Un’unione che sostengono anche i dissidenti del partito mélenchonista, quelli epurati durante le ultime elezioni legislative: Alexis Corbières, Danielle Simonnet, Hendrik Davy, Clémentine Autain e Raquel Garrido. La loro associazione, L’After, organizza oggi a Parigi la sua prima assemblea generale e, per Clémentine Autain, le correnti della sinistra non devono dividersi.

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Quale primo ministro sarà Michel Barnier di fronte alle mobilitazioni popolari e agli ambientalisti, lui che dice di voler fare della “riduzione del debito ecologico” una “esigenza”. Il capo del governo avrà molte possibilità di prendere posizione, a cominciare da oggi con la difesa delle foreste della Creuse. Attivisti provenienti da tutta la Francia si riuniscono questo sabato a Guéret per opporsi al progetto Biosyl, una mega fabbrica di legno per la fabbricazione di pellet. Temono un sequestro di foreste da parte della Biosyl e della cooperativa forestale Unisylva, cosa che negano.

Hezbollah afferma di aver costretto le forze israeliane a “ritirarsi” nel sud del Libano, vicino al confine, mentre tentavano un’avanzata di terra. Allo stesso tempo, la periferia sud di Beirut è stata colpita da esplosioni, soprattutto nei pressi dell’aeroporto. Quartieri dove l’esercito israeliano ha invitato i civili alla fuga ma la cosa è tutt’altro che semplice, soprattutto per gli stranieri. Più di 20.000 francesi e franco-libanesi, ad esempio, vivono in Libano e alcuni di loro stanno ora cercando di tornare in Francia in aereo, spaventati dalla guerra con Israele. Solo che ad oggi Parigi non ha ancora deciso di attuare le evacuazioni.

I bistrot francesi potrebbero presto ritrovarsi nella lista del patrimonio mondiale dell’UNESCO. Una lotta guidata dal ristoratore parigino Alain Fontaine, ora che le “pratiche sociali e culturali nei bistrot e nei caffè” sono state ufficialmente elencate come patrimonio culturale immateriale in Francia dal mese scorso. Per lui il dossier deve ora essere portato all’UNESCO perché il luogo e le pratiche sociali che ne derivano sono minacciati.

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