In guerra, disse una volta l’ex primo ministro britannico Neville Chamberlain, ci sono sempre dei perdenti, non importa quale parte alla fine si dichiari vincitrice. Una frase che possiamo approvare solo quando siamo amanti della pace. Ma non è sempre vero. Lo stesso Chamberlain fu il tragico firmatario degli Accordi di Monaco con Hitler, accordi destinati a portare “pace per i nostri tempi” nel 1938, e che subito dopo sfociò in una guerra totale.
Da due anni e mezzo infuria la guerra di aggressione della Russia in Ucraina e non si vede la pace. Al momento è difficile prevedere come sarà l’ordine europeo dopo questo conflitto, ma abbiamo il diritto di presumere che, per alcuni attori della regione, le conseguenze di questo confronto non saranno solo negative. Almeno se tutto va per il meglio possibile. Cioè, se l’Ucraina non perde.
Nell’Europa sudoccidentale, la Moldavia e la Romania, vicini immediati del paese attaccato dalla Russia, hanno attualmente almeno un vantaggio, anche se devono affrontare molti svantaggi. Sono sotto pressione, ma improvvisamente ricevono anche più attenzione. Dalla periferia dell’Europa si sono ora spostati al centro. Questo nuovo interesse potrebbe migliorare le prospettive a lungo termine di questi due paesi dell’Europa orientale.
Mettiti alla prova sull’immigrazione
A Bucarest come a Chisinau, la gente si dice determinata a considerare la crisi esistenziale della regione come un’opportunità da non perdere. “La Romania era un paese periferico dell’UE ma, a causa della crisi di sicurezza e della guerra in Ucraina, si ritrova al centro dell’UE”, Lo ha affermato il primo ministro rumeno Marcel Ciolacu in un’intervista con i giornalisti tedeschi a Bucarest.
La situazione geopolitica offre alla Romania la possibilità di superare una v
