“Hanno spie ad ogni angolo di strada…”

“Hanno spie ad ogni angolo di strada…”
“Hanno spie ad ogni angolo di strada…”
-

Mercoledì notte, intorno a mezzanotte, un missile ha colpito un centro di soccorso di Hezbollah, situato a meno di 200 metri dall’ambasciata belga nel centro di Beirut. Waël, una guardia di sicurezza dell’ambasciata, testimonia: “Questo è pazzesco. Israele ha colpito entro 200 metri da diverse ambasciate. Avrebbero potuto uccidere gli ambasciatori. C’è l’ambasciata britannica accanto e le Nazioni Unite a meno di 100 metri di distanza. È pura follia.”

Pochi istanti dopo lo sciopero, i due giornalisti belgi hanno deciso di recarsi sul posto per seguire l’evento, poiché l’esplosione è avvenuta vicino alle residenze dei corrispondenti esteri. Equipaggiati con macchine fotografiche, giubbotti antiproiettile ed elmetti, sono stati intercettati dai sostenitori di Amal. Convinti che fossero spie israeliane, questi miliziani li hanno subito presi di mira. Di fronte a una ventina di sostenitori infuriati, i giornalisti hanno tentato di fuggire mentre un’ondata di violenza si è abbattuta su di loro.

Stijn De Smet è stato colpito due volte a una gamba, mentre Robin Ramaekers ha riportato diverse fratture al viso. Entrambi sono stati infine portati in salvo e curati. Si stanno lentamente riprendendo dall’attacco, secondo il caporedattore di VTM Nieuws.

Un clima di paranoia acuta

L’episodio avviene in un momento di estrema tensione nella capitale libanese. Nei quartieri controllati da Amal e Hezbollah, dove in tempi normali i corrispondenti internazionali sanno già che è necessaria cautela, il timore di un nuovo attacco israeliano alimenta una paranoia crescente.

La sfiducia nei confronti di possibili spie israeliane continua a crescere in tutto il Paese, in particolare tra gli attivisti dei gruppi islamici.

Un sostenitore incontrato a Bachoura, sul luogo dello sciopero, afferma che “Israele è ovunque qui. Hanno spie ad ogni angolo, ma non sappiamo dove. Nasrallah è stato ucciso a causa delle spie. Dobbiamo dar loro la caccia, dobbiamo pulire le nostre strade.” Ora tutti possono essere visti come potenziali spie.

Gli abitanti di Beirut vivono sotto costante pressione. I droni israeliani sorvolano costantemente la città, lasciando dietro di sé un’incessante scia sonora che grava sul morale della popolazione.

I giornalisti presenti nella capitale libanese devono ora rispettare una severa istruzione: non recarsi mai sul luogo di un attacco israeliano senza aver ottenuto l’autorizzazione preventiva delle autorità locali, in particolare del gruppo politico che controlla la zona presa di mira.

-

PREV COLLOQUIO. Dounia Coesens e Pierre-Yves Bon parlano di Tom e…
NEXT cos’è questa serie poliziesca trasmessa questa sera su France 3?