il partito animalista chiede la liberazione di Paul Watson

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“Nessuna estradizione giapponese”. Fondatore dell’organizzazione Pastore del mare ed emblematica figura nella lotta alla caccia alle balene, Paolo Watson è stato arrestato in Groenlandia dalla polizia danese lo scorso luglio.

Dal 1986, a moratoria internazionale vieta il caccia commerciale per consentire alle specie di riprendersi. Ma, con il pretesto della ricerca scientifica, alcuni paesi, tra cui Giappone, Islanda e Norvegia, uccidono ogni anno circa 1.200 balene*.

In pratica il testo autorizza anche le catture per alcune tribù indigene in Groenlandia, Stati Uniti, Canada, Russia e Saint Vincent e Grenadine, ma solo per caccia di sussistenza.

Dopo essere stato condannato nel 2014 dalla Corte internazionale di giustizia, il Giappone si è finalmente ritirato dall’IWC alla fine del 2018 per riprendere la pesca commerciale nel luglio 2019. Una pratica giustificata in nome di una tradizione risalente al XII secolo e per la sua “sicurezza alimentare”.

*Commissione baleniera internazionale (IWC).

“Proteggendo i cetacei e coloro che li difendono, proteggiamo la nostra stessa umanità”

All’inizio della settimana, Eddine Arizteguieletto dal partito animalista e vicesindaco di Montpellier, nell’Hérault, insediato a cartello davanti al Municipio per chiedere il rilascio di Paul Watson.

Paul Watson ora rischia di finire la vita nelle carceri giapponesi. È un modello da seguire, per il suo coraggio e la sua determinazione. Proteggendo i cetacei e coloro che li difendono, proteggiamo la nostra stessa umanità”, ha dichiarato l’eletto.

Per l’occasione, Christelle Motrappresentante ufficiale dell’organizzazione Sea Shepherd, ha effettuato il viaggio. Ha denunciato “il mandato d’arresto emesso dal Giappone contro un uomo che ha dedicato la sua vita alla protezione degli oceani”.

Arrestato il 21 luglio, l’uomo di 73 anni è detenuto a Nuuk, la capitale della Groenlandia. Questo arresto fa seguito ad una richiesta di estradizione da parte del Giappone, che ha rilanciato la propria richiesta emessa nel 2012 tramite a avviso rosso dell’Interpol.

Concretamente, è accusato di essere responsabile di danni e lesioni a bordo di una nave baleniera giapponese due anni primacome parte di una campagna guidata dall’organizzazione Sea Shepherd.

Se il Ministero della Giustizia danese ha indicato, il 3 settembre, che “la richiesta ufficiale di estradizione era in corso”, un giudice groenlandese ha infine prolungato la detenzione di Paul Watson di 28 giorni.

Contro questa decisione gli avvocati dell’attivista ambientalista hanno presentato ricorso e il 2 ottobre si è tenuta l’udienza. Secondo i nostri colleghi di Mondola sua detenzione è stata prolungata fino al 23 ottobre“al fine di garantire la sua presenza nel contesto della decisione di estradizione”.

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