Cosa rischiano Marine Le Pen e i rappresentanti eletti del partito di estrema destra?

Cosa rischiano Marine Le Pen e i rappresentanti eletti del partito di estrema destra?
Cosa rischiano Marine Le Pen e i rappresentanti eletti del partito di estrema destra?
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Si è aperto lunedì a Parigi il processo contro gli assistenti parlamentari degli eurodeputati del Fronte Nazionale, ora Raduno Nazionale, che durerà due mesi di udienze. Marine Le Pen, insieme a ventiquattro personalità legate al partito di estrema destra, è accusata di aver sottratto fondi al Parlamento europeo, con il sospetto di impiego fittizio. Carcere, pena di ineleggibilità, multa pesante… Cosa rischiano gli imputati? 20 minuti fa il punto.

Un milione di euro già rimborsato al Parlamento europeo dalla Rn

Gli imputati, processati in particolare per appropriazione indebita di fondi pubblici o complicità in tale reato, rischiano dieci anni di reclusione e una multa di un milione di euro, oltre a dieci anni di ineleggibilità. Il Parlamento Europeo, parte civile, ha stimato il danno finanziario in tre milioni di euro. Ne chiederà soltanto due milioni, un milione gli è già stato rimborsato – il che non è un’ammissione di colpa, assicura la RN.

Il caso di Marine Le Pen e le elezioni presidenziali del 2027

La presidente del gruppo RN all’Assemblea nazionale, Marine Le Pen, è colei che rischia il “più grande” con la sua ambizione di candidarsi alle prossime elezioni presidenziali, nel 2027. Al di là delle pene detentive (fino a dieci anni) e multe (fino a un milione di euro), il deputato rischia soprattutto una pena di ineleggibilità a dieci anni. Cosa significherebbero ciao alle elezioni presidenziali del 2027? Non proprio.

Ma, come ricordiamo Il mondonon è obbligatorio che tale sanzione venga pronunciata. La sentenza, infatti, è stata inclusa e generalizzata come “obbligatoria”, per le persone condannate per violazioni dell’integrità, sei mesi dopo gli ultimi fatti accertati dai tribunali riguardanti Marine Le Pen. In tal modo, l’eletto beneficerebbe del principio costituzionale di “irretroattività della legge penale più severa”, con la possibilità, ma non l’obbligo, di pronunciare l’ineleggibilità.

Inoltre, se la condanna viene “sospesa”, la RN eletta potrebbe comunque candidarsi nel 2027, a meno che non lo faccia di nuovo. Marine Le Pen può anche impugnare la decisione del tribunale e sospendere le sanzioni legali fino alla condanna definitiva, che può richiedere diversi anni.

Marine Le Pen spera di ottenere la liberazione

L’unico modo perché il leader della Rn non possa essere eleggibile nel 2027 sarebbe che il tribunale pronunciasse questa sentenza con “effetto immediato”. In questo caso i ricorsi non sospendono la sanzione.

Marine Le Pen, che lunedì ha mostrato la sua “serenità” durante la prima giornata del processo, continua ad assicurare che il suo partito “non ha violato alcuna regola”. Spera quindi di ottenere un’assoluzione, “con il beneficio del dubbio”, come quella presa per François Bayrou lo scorso febbraio, nel caso degli assistenti parlamentari europei di Modem. L’accusa, però, ha fatto appello, ricorda Il mondo.

Un processo che potrebbe influenzare l’elettorato del RN?

Al di là di tutte queste sanzioni legali, questo processo rischia anche di offuscare l’immagine del Rassemblement National e quella di Marine Le Pen. Secondo Jean-Yves Camus, politologo, intervistato da France Info, esiste la possibilità che “alcuni elettori si sentano vittime di ciò che giudicano ingiusto dei procedimenti giudiziari”.

Per la deputata della RN Edwige Diaz, eletta dalla Gironda, che descrive questa vicenda come un “processo politico” destinato a danneggiare Marine Le Pen, ciò non influirà sul sostegno degli elettori. Gli scambi raccolti dal nostro giornalista con gli elettori del RN di Saint-André-de-Cubzac (Gironda), sembrano dimostrare il diritto degli eletti. Hanno espresso sostegno incondizionato al loro partito e intendono continuare a votare per la RN qualunque sia l’esito del processo. Deve svolgersi tre mezze giornate a settimana fino al 27 novembre.

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