Gérald Darmanin non “vuole criticare” Bruno Retailleau ma lo mette comunque in guardia

Gérald Darmanin non “vuole criticare” Bruno Retailleau ma lo mette comunque in guardia
Gérald Darmanin non “vuole criticare” Bruno Retailleau ma lo mette comunque in guardia
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ALAIN JOCARD/AFP Trasferimento dei poteri tra Gérald Darmanin e Bruno Retailleau al ministro degli Interni il 23 settembre 2024.

ALAIN JOCARD/AFP

Trasferimento dei poteri tra Gérald Darmanin e Bruno Retailleau al ministro degli Interni il 23 settembre 2024.

POLITICA – Consigli di amici… oppure no. Divenuto di nuovo un semplice deputato del Nord, Gérald Darmanin intende restare vicino al grande bagno governativo. E per fare questo, non si trattiene questo lunedì, 30 settembre, dal distillare alcuni avvertimenti al suo successore a Beauvau Bruno Retailleau, i cui primi passi come ministro preoccupano anche il campo presidenziale.

“Non criticherò il mio successore. Cerco di essere elegante perché sta scoprendo il Viminale (che è) un ministero entusiasmante, difficile”lo promette Gérald Darmanin questo lunedì 30 settembre su France Inter. IL ” Di più “ arriva subito dopo. Incaricato degli Interni, Bruno Retailleau ha curato il restauro “ordine” sua priorità, ha mostrato la sua vicinanza ai sindacati delle forze dell’ordine prima di ribadire la sua linea dura sull’immigrazione (“non è una possibilità” per i francesi quanto, secondo lui, per gli stranieri) e la sua volontà di rinegoziare l’accordo del 1968 con l’Algeria.

Cosa ne pensa l’ex ministro dell’Interno? Non è che non sia d’accordo nella sostanza: Gérald Darmanin, ad esempio, non si è mai opposto accanitamente al referendum sull’immigrazione voluto da Bruno Retailleau. Ma il deputato del Nord prende le distanze dal suo successore. “L’immigrazione clandestina porta sfortuna ai clandestini che arrivano in condizioni terribili e alla Francia che non può integrarli. Ma l’immigrazione legale, certo, è un’opportunità per il nostro Paese”stima questo lunedì. Prima di aggiungere: “Non devi essere ministro della polizia, devi essere ministro degli agenti di polizia, dei gendarmi, degli agenti di prefettura, devi essere ministro del popolo. A volte devi essere anche ministro per gli immigrati. »

“Ognuno ha il proprio stile” ma ancora non troppo

Le lezioni non finiscono qui. Senza mai citarlo esplicitamente, Gérald Darmanin critica tutta la strategia di comunicazione politica applicata da Bruno Retailleau fin dal suo arrivo a Beauvau. Il nuovo ministro insiste che lo vuole “ripristinare l’ordine” ? Si assicuri prima di avere i mezzi finanziari. “Il ministro dell’Interno, il suo primo tema è recuperare i soldi” nel quadro del bilancio annuale, stima Gérald Darmanin.

Bruno Retailleau veut “cambiare le regole” misure penali e migratorie per inasprirle? Difficile da fare se i rapporti con il ministro della Giustizia sono tesi, come nel governo Barnier. “Il secondo tema è concordare con i colleghi di Giustizia e Esteri affinché la catena criminale da una parte e quella consolare dall’altra passi per lavoro di immigrazione”consiglia ancora l’ex ministro. E per ribadirlo “Il Viminale applica la legge”che può certamente cambiare ma “La fonte dell’azione è l’applicazione della legge. »

Infine, non è nemmeno necessario alienare gli interlocutori essenziali se si vuole affrontare il tema della migrazione. “Non è insultando i nostri partner” dall’UE “che miglioreremo” lavorare sull’immigrazione clandestina e “dobbiamo parlare con l’Algeria, il Marocco, tutti coloro che ci circondano”scivola Gérald Darmanin. Una puntura malcelata, come ha ribadito alla vigilia Bruno Retailleau la sua volontà di rinegoziare gli accordi migratori franco-algerini, punto delicato delle relazioni bilaterali.

Un ministro dell’Interno deve farlo “avere partner” chi sono “Bercy, Giustizia e partner stranieri”, ha insistito. “In generale è meglio parlare con loro per ottenere delle cose”conclude Gérald Darmanin. Ma a parte tutto questo, “ad ognuno il suo stile”, Ovviamente.

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