“È una cattiva idea”, reagisce Olivier Falorni, deputato Modem, riguardo alla “frattura” della legge voluta da François Bayrou

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François Bayrou ha dichiarato martedì di voler dividere il disegno di legge sulla fine della vita in un testo sulle cure palliative e in un altro sull’assistenza attiva alla morte.

Pubblicato il 21/01/2025 23:34

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Il deputato moderno Olivier Falorni, il 29 maggio 2024. (AMAURY CORNU / HANS LUCAS tramite AFP)

“Questa divisione è una cattiva idea”reagisce Olivier Falorni, deputato Modem, invitato su franceinfo martedì 21 gennaio, a proposito della “scissione” del disegno di legge voluto da François Bayrou. “Personalmente non sono d’accordo, come Yaël Braun-Pivet”conferma chi era anche relatore generale del disegno di legge sulla fine della vita prima della censura del governo. Lo ha detto il presidente dell’Assemblea nazionale “opposto” Martedì su 5, poche ore dopo l’annuncio del primo ministro, per esaminare due testi anziché uno solo: uno sulle cure palliative e un altro sull’assistenza attiva al morire.

“Il sostegno alla fine della vita si basa su due pilastri: le cure palliative che rappresentano la risposta principale e, dall’altro, l’assistenza attiva alla morte, che è l’ultima risorsa. Separare le due cose non ha senso”spiega il deputato della Charente-Maritime.

“Non è nuova l’idea di dividere i due soggetti. È sistematicamente proposto dagli oppositori dell’assistenza attiva alla morte. Si tratta infatti di dire ‘Facciamo una legge sulle cure palliative e poi aspettiamo qualche anno per fare una legge sulla morte assistita.

Olivier Falorni, deputato modem

su franceinfo

“François Bayrou ha espresso la sua opinione ma i parlamentari faranno i passi che vorranno fare”, continua il deputato. Aggiunge: “Andremo fino alla fine di questo dibattito in Assemblea”.

Finora, secondo Olivier Falorni, 235 deputati di nove gruppi parlamentari hanno firmato l’iniziativa per questo disegno di legge. Egli stima che presto ci saranno 240 persone favorevoli all’esame della legge sul fine vita nel prossimo marzo, dopo il voto sul bilancio. “Se c’è una legge che deve essere approvata nel 2025, è questa”conclude.

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