Nella vicenda dell’oro mancante presso la Banca Centrale della Guinea (BCRG), sono state appena deferite quattro personalità. Si tratta dello stesso governatore della BCRG, Karamo KABA, vice governatore, revisore dei conti e Tidjane KOITA, presidente dell’Unione nazionale dei minatori d’oro della Guinea. Ieri sono state riferite queste personalità che sono state intervistate più volte nelle ultime settimane.
Irregolarità e controversie sul mercato dell’oro
Le transazioni di Tidjane Koita, presidente dell’Unione dei Partigiani della Guinea (UNOG), gettano una dura luce sulle disfunzioni all’interno della Banca Centrale della Repubblica di Guinea (BCRG). Monopoli sospetti, anomalie contrattuali e pratiche discutibili sollevano seri dubbi sulla governance di questa istituzione chiave.
Il signor Tidjane Koita si è affermato come un attore chiave nel commercio dell’oro in Guinea. Dai documenti risulta però che avrebbe beneficiato di condizioni particolarmente vantaggiose da parte della BCRG. Queste condizioni includono pagamenti anticipati scaglionati, una pratica ritenuta contraria alle politiche abituali dell’istituto, e una gestione che espone la banca a rischi finanziari significativi.
Anticipi estesi sono stati concessi anche a società affiliate a Koita, come SOSIM, Hypro Mining o Srimamba Mining, prima di qualsiasi consegna effettiva. Tuttavia, SOSIM, in quanto società commerciale, non è autorizzata a effettuare transazioni finanziarie di questa portata, a causa della mancanza di una licenza adeguata. Queste scelte della BCRG sollevano interrogativi sulla serietà dei controlli effettuati.
Anche i contratti firmati con Koita presentano delle lacune, in particolare l’assenza di clausole precise su bonus o percentuali. Questa vaghezza, contrariamente agli standard internazionali, alimenta il sospetto di pratiche opache.
Monopolio e impatti sul mercato locale
I privilegi concessi a Tidjane Koita hanno generato anche una forte opposizione tra gli operatori locali del mercato dell’oro. Numerosi minatori d’oro denunciano una concorrenza sleale agevolata da consistenti anticipi di cassa, che incidono direttamente sulla loro attività.
A livello macroeconomico, le operazioni monopolistiche di Koita, sostenute dalla BCRG, hanno ripercussioni dirette sulla stabilità monetaria. Le marcate fluttuazioni del dollaro sul mercato locale sono in parte attribuite a queste pratiche. Inoltre, i massicci flussi finanziari provenienti da Dubai – stimati in oltre 500 milioni di dollari in contanti – stanno amplificando le preoccupazioni.
Anomalie contrattuali e ritardi preoccupanti
Un esame approfondito dei contratti tra BCRG e una raffineria internazionale evidenzia notevoli carenze. In uno di essi, sebbene la responsabilità del trasporto dell’oro fosse stata stabilita come responsabilità della raffineria, quasi 4,8 tonnellate sono state affidate a Koita, nonostante i termini concordati.
Una fonte interna alla Banca Centrale menziona anche ritardi insoliti tra gli anticipi versati a Koita e le consegne effettive. Questa lentezza nell’esecuzione delle transazioni aggiunge un ulteriore livello di opacità a una questione già complessa.
Allo stesso tempo esistevano alternative competitive e conformi. Operatori internazionali come Travelex o MoneyCorp avrebbero potuto garantire queste operazioni con maggiori garanzie e a costi inferiori. Allo stesso modo, le banche locali come UBA, partner storici di BCRG, sono state messe da parte a favore di società scarsamente regolamentate.
Tutte queste disfunzioni offuscano l’immagine e la credibilità della BCRG. In quanto autorità centrale, il suo ruolo non è forse quello di garantire trasparenza e stabilità economica? Di conseguenza, ci troviamo di fronte a un enigma: quanto ordine c’è ancora nel BCRG? Delle 4 tonnellate dichiarate scomparse, ci siamo ritrovati con 7 tonnellate rimpatriate dalle raffinerie, ancora fonte di speculazioni. Secondo i rapporti, circa 12 tonnellate sono ancora fuori? Aritmetica misteriosa dell’oro guineano.