Nell’ambito di un’iniziativa volta a riformulare l’uso del potere disciplinare dei datori di lavoro nei confronti dei dipendenti, il gruppo socialista alla Camera dei Rappresentanti propone una legislazione intesa a rafforzare la tutela dei dipendenti contro qualsiasi licenziamento senza giusta causa e a preservare l’equilibrio tra le parti nel processo rapporto di lavoro. L’iniziativa prevede in particolare “l’inserimento di informazioni obbligatorie nelle comunicazioni rivolte ai dipendenti”.
In un contesto in cui regna l’insicurezza professionale e la preoccupazione aumenta. La regolamentazione del diritto del lavoro diventa più urgente che mai. Preoccupato per gli interessi dei lavoratori, il gruppo socialista propone una legislazione intesa a rafforzare la tutela dei dipendenti contro qualsiasi licenziamento senza giusta causa.
Il disegno di legge, che mira a modificare l’articolo 62 del codice del lavoro, insiste su “la necessità della presenza di almeno due dipendenti della società come testimoni, la cui testimonianza può essere richiesta, se necessario, con menzione della loro presenza nel verbale della seduta».
Secondo l’iniziativa legislativa, consultata dal quotidiano elettronico Madar21gli inviti all’udienza devono contenere informazioni obbligatorie: una descrizione precisa del presunto difetto, lo scopo dell’udienza, la data e il luogo in cui si terrà. La convocazione deve inoltre ricordare al lavoratore il diritto di farsi assistere da un rappresentante dei lavoratori o da un delegato sindacale. In assenza di tali rappresentanti, deve essere messo a disposizione del lavoratore un elenco degli incaricati appositamente designati affinché possa essere assistito e difeso durante la seduta.
Il testo precisa inoltre che “l’amministrazione aziendale deve redigere un verbale, alla presenza di almeno due dipendenti della società, sottoscritto da entrambe le parti, e consegnarne copia al dipendente“. In caso di rifiuto di una delle parti di avviare o concludere il procedimento, “il ricorso all’ispettore del lavoro è obbligatorio».
L’articolo 62 del Codice del Lavoro recita che “prima di licenziare un lavoratore, il lavoratore deve avere la possibilità di difendersi, facendosi sentire dal datore di lavoro o dal suo rappresentante, alla presenza di un rappresentante dei lavoratori o di un rappresentante sindacale dell’azienda scelto dal lavoratore stesso, e ciò entro otto giorni dalla data in cui è stato constatato il fatto contestato“. Precisa inoltre che “l’amministrazione aziendale deve redigere un verbale, sottoscritto da entrambe le parti, e consegnarne copia al dipendente».
Il gruppo socialista sottolinea che “la prima parte dell’articolo prevede espressamente che il datore di lavoro segua la procedura di ascolto“. Ritiene però che “l’ultima parte dell’articolo suggerisce che tale procedura, compreso il ricorso all’ispettore del lavoro, non è obbligatoria».
Tra gli argomenti avanzati, il gruppo deplora “l’assenza di dettagli sulla forma e sul contenuto dell’invito del dipendente all’ascolto, nonché l’assenza di disposizioni riguardanti i casi in cui non sia presente un rappresentante dei lavoratori o un delegato sindacale. Inoltre questo articolo tace sulle situazioni in cui il rapporto non viene redatto, sul suo contenuto, o addirittura sul ruolo dell’ispettore del lavoro quando la procedura non viene rispettata.».
Il testo deplora inoltre che “L’articolo 62 non tratta i casi in cui il verbale non è firmato da una delle parti e non specifica quale soggetto abbia la responsabilità di rivolgersi all’ispettore del lavoro“. Si interroga anche sulla natura di questa procedura: rientra nell’ordine pubblico e richiede quindi che i tribunali ne garantiscano l’applicazione? Oppure spetta al lavoratore, in quanto soggetto tutelato da questa procedura, sollevarlo?
Esaminando le disposizioni dell’articolo, i deputati socialisti rilevano che “la procedura di ascolto deve comprendere più fasi prima di sfociare in un’eventuale sanzione disciplinare nei confronti del dipendente interessato“. Ciò comprende: riconoscere al lavoratore il diritto di difendersi durante un’udienza organizzata entro otto giorni dalla conoscenza della colpa da parte del datore di lavoro, alla presenza di un rappresentante scelto dal lavoratore.
La nota esplicativa del disegno di legge precisa che “l’amministrazione aziendale deve redigere un verbale riportante tutto quanto detto durante la seduta, con copia consegnata al dipendente“. Se una o entrambe le parti rifiutano di proseguire o finalizzare la procedura, deve intervenire l’ispettore del lavoro.
Il gruppo socialista conclude che “l’articolo 62, pur descrivendo le fasi di tale procedura, non specifica gli adempimenti formali imposti al datore di lavoro per ciascuna fase, ad eccezione del termine temporale per l’organizzazione dell’udienza“. Inoltre, ritiene che “l’ultima parte dell’articolo resta ambigua, il che ha comportato difficoltà nell’applicazione pratica delle sue disposizioni».