Preoccupazioni degli investitori
Così, se la vittoria del repubblicano è stata generalmente accolta favorevolmente dai mercati azionari, con l’indice S&P 500 in rialzo del 25% nel 2024, ha d’altro canto suscitato maggiori preoccupazioni sui mercati obbligazionari, che temono che il suo programma non alimenterà l’inflazione e quindi impedisce alla Federal Reserve americana di abbassare il tasso di riferimento nel 2025.
In questo contesto, il rendimento dei buoni del Tesoro USA è aumentato dal 3,9% all’inizio di novembre 2024 al 4,8% a gennaio 2025, il che pesa sulla performance dei mercati obbligazionari e dell’S&P 500 dall’inizio dell’anno. .
Ciò sta provocando un certo disagio tra gli investitori internazionali, più che mai esposti ai mercati azionari americani, che attualmente rappresentano il 67% dell’indice MSCI All Country.
Un approccio più pragmatico di quello temuto?
Le preoccupazioni degli investitori sono comprensibili. Tuttavia, in un Paese che ha sostenuto in maniera schiacciante Donald Trump, in gran parte a causa delle preoccupazioni sull’inflazione e sugli alti tassi di interesse, sembra improbabile che il nuovo presidente cercherà di riaccendere l’inflazione.
Eppure questo è ciò che potrebbe accadere se mantenesse le promesse elettorali senza modifiche. Ad esempio, le tariffe medie potrebbero aumentare dal 3% a quasi il 18% e la riduzione della manodopera migrante porterebbe inevitabilmente a salari più alti in un mercato del lavoro già teso, con 8,1 milioni di offerte di lavoro per soli 6,9 milioni di candidati.
Considerate queste realtà, è ragionevole credere che la nuova amministrazione dovrà adottare un approccio più pragmatico di quanto molti temono.
Inoltre, questi timori non dovrebbero oscurare le misure positive che la nuova amministrazione americana si appresta a mettere in atto, come la riduzione dell’imposta sulle società dal 21 al 15%, che dovrebbe aumentare i rendimenti per gli azionisti e sostenere gli investimenti aziendali. imprese.
Questa misura, unita all’allentamento del quadro normativo in alcuni settori e alla resilienza del mercato del lavoro e dei consumi, dovrebbe rendere duraturo l’eccezionalismo americano. Pertanto, nel 2025, anche se i tassi di interesse rimangono elevati, prevediamo una crescita del PIL superiore al 2% negli Stati Uniti, accompagnata da una continua sovraperformance dei titoli americani, al di là del solo settore. tecnologico.