I ricercatori dell’Università di Anversa (UAntwerpen) hanno identificato molecole in grado di migliorare la funzione cardiaca dopo un infarto, riferisce l’istituzione in un comunicato stampa pubblicato lunedì. Questo lavoro, che si basa su oltre dieci anni di ricerca, potrebbe aprire la strada a nuove opzioni terapeutiche per il trattamento dell’insufficienza cardiaca.
L’insufficienza cardiaca cronica è una patologia comune, che colpisce tra i 200.000 e i 250.000 pazienti in Belgio. Le cause includono principalmente attacchi di cuore, ma anche ipertensione, diabete o alcuni trattamenti, come la chemioterapia. I sintomi includono affaticamento, mancanza di respiro e un aumento del rischio di morte prematura.
Sebbene negli ultimi 30 anni siano emersi diversi trattamenti, la prognosi rimane spesso infausta, con un alto tasso di ricoveri ospedalieri. La scoperta di nuovi farmaci è quindi una priorità per gli scienziati.
Una speranza basata sull’attivazione di una specifica proteina
Il team guidato dal dottor Vincent Segers, del Dipartimento di Scienze Farmaceutiche dell’UAntwerpen, ha evidenziato l’effetto protettivo dell’attivazione di una proteina, ERBB4, presente in quasi tutti i tipi di cellule del cuore. Questa attivazione, unica nel suo genere, è possibile grazie a nuove molecole identificate da una libreria di oltre 10.000 composti. “Queste molecole rallentano la formazione di cicatrici nel cuore e ne migliorano la funzione dopo un infarto, come abbiamo dimostrato nei topi”, spiega il dottor Segers.
Fino ad ora solo una proteina naturale, la Neuregulin-1, poteva attivare l’ERBB4, ma il suo uso terapeutico era limitato a causa del suo impossibile assorbimento attraverso il tratto digestivo.
Questi risultati, pubblicati in Comunicazioni sulla naturaaprire nuove prospettive. I ricercatori ora intendono ottimizzare queste molecole e testarle in modelli animali più complessi prima di passare agli studi clinici sugli esseri umani.