Incendio di una fattoria a Peney-le-Jorat (VD): uccisi 30 bovini

Incendio di una fattoria a Peney-le-Jorat (VD): uccisi 30 bovini
Incendio di una fattoria a Peney-le-Jorat (VD): uccisi 30 bovini
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Come nel Vallese, anche nel Canton Vaud una mozione vuole vietare la pubblicità delle bistecche a base vegetale. Presentato poco prima di Natale, il testo sarà presentato formalmente martedì al Gran Consiglio. Firmato da una sessantina di deputati, soprattutto di destra ma anche un po’ di sinistra, denuncia una svalutazione del settore animale.

“I termini ‘filetto’, ‘bistecca’, ‘prosciutto’ o ‘salsiccia’ sono oggi utilizzati in tutte le salse nonostante il loro significato legato a prodotti di origine animale”, osservano i due principali promotori, il PLR Marion Wahlen e l’UDC Nicola Bolay. È importante essere in grado di identificare ciò che stiamo mangiando, secondo loro, in riferimento a “bistecche di soia”, “hamburger vegetariani” o anche “salsicce vegane”.

“L’uso abusivo di questi termini utilizzati dall’industria dei prodotti di origine vegetale rischia di creare confusione tra i consumatori e svalutare il lavoro del settore animale”, spiegano i due parlamentari. La mozione si intitola “Ciò che per uno è carne per un altro è verdura”.

“Non si tratta quindi in alcun modo di un dibattito a favore o contro la carne, ma piuttosto di evitare qualsiasi confusione pubblicitaria”, spiega Marion Wahlen a Keystone-ATS. “L’idea è chiaramente quella di mettere in risalto i protagonisti della carne e dei cortocircuiti, quindi locali, in contrapposizione alla soia che, ad esempio, qui non viene prodotta”, sottolinea il deputato enologo.

Mozione accolta nel Vallese a dicembre

Più precisa che nel Canton Vallese, la mozione vodese chiede al Consiglio di Stato di proporre al Gran Consiglio un disegno di legge che modifichi quello sulle procedure pubblicitarie (LPR) per vietare, soprattutto negli spazi pubblici, la pubblicità che utilizza termini legati alla carne prodotti di origine animale per nominare alimenti senza carne, a base di proteine ​​vegetali. La modifica potrebbe assumere la forma di un nuovo articolo.

L’adeguamento legislativo, auspicato dai proponenti, deve consentire anche di stabilire un elenco di denominazioni il cui utilizzo nella pubblicità sarebbe riservato esclusivamente ai prodotti di origine animale.

Lo scorso dicembre il Gran Consiglio vallesano ha approvato una mozione volta a vietare la promozione delle bistecche a base vegetale. È stato firmato dagli eletti dell’UDC, del Centro e del PLR. Il testo è stato approvato con 60 voti favorevoli, 48 contrari e undici astensioni. Tocca ora al Consiglio di Stato proporre un progetto legislativo.

Che ne dici dei pomodori dal cuore di manzo?

In contrappunto a questo dibattito, giovedì la deputata ambientalista vodese Valérie Zonca è intervenuta in un editoriale su 24 Heures dal titolo «Chi ha paura delle bistecche vegetali?». Lei ritiene che “studi recenti dimostrano che i consumatori distinguono molto bene tra prodotti a base di carne e sostituti. Questi ultimi infatti sono spesso etichettati molto chiaramente come “vegetariani” e vengono presentati su scaffali separati nei supermercati”.

“Le argomentazioni avanzate nei parlamenti vodese e vallesano sono in realtà più utili per l’industria della carne per lottare contro il nuovo mercato in crescita dei sostituti vegetali, che le mette sempre più in ombra”, hanno eletto i giudici.

Su una nota più leggera, chiede: “Cosa facciamo con i frutti di mare che non sono frutta? Che ne dici dello stinco di agnello che non è un piatto a base di topi? E cosa fare con il latte di cocco, che non è affatto latte? La spigola è pericolosa per i nostri allevamenti e l’elenco delle incongruenze alimentari potrebbe essere lungo? Prima di concludere: «Resta da sperare che il pomodoro ‘coeur de buff’ venga risparmiato da questi divieti d’altri tempi».

La mozione vodese sarà rinviata in commissione, prima di un dibattito in plenaria che si preannuncia vivace.

Questo articolo è stato pubblicato automaticamente. Fonte: ats

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