Come è degenerata la partita?
La squadra locale affronta quella del Labé su un campo sterrato dello stadio 3-Avril, un recinto fatiscente in cui, secondo le testimonianze, migliaia di persone si accalcano. La partita mette in palio il trofeo Mamadi Doumbouya, il generale che ha preso il potere con la forza nel 2021. La partita è diventata tesa nell’ultimo quarto d’ora, con l’espulsione di due giocatori del Labé, ha detto ai media Saliou Diallo, allenatore del Labé. .
Uno dei due ministri in tribuna interviene direttamente con l’arbitro e ottiene l’annullamento del cartellino rosso. Sullo 0-0, allo scadere del tempo di recupero, l’arbitro ha concesso un rigore a N’Zérékoré. “Fu proprio quando tutti cercavano di capire cosa stesse succedendo che iniziarono a piovere sassi su tutto il campo”, racconta l’allenatore.
Perché così tante morti?
“Il panico si è diffuso rapidamente, provocando un movimento di folla incontrollabile”, riferisce un testimone, parlando a condizione di anonimato. Le forze di sicurezza rispondono al lancio di pietre con gas lacrimogeni. Lo spazio all’aperto è recintato. I video mostrano passanti in preda al panico che scalano i muri per scappare, arrampicandosi anche uno sopra l’altro. Le testimonianze suggeriscono due possibili risultati, uno grande e uno piccolo. Il grande cancello è bloccato dai veicoli delle forze di sicurezza, dice un collettivo locale di organizzazioni per i diritti umani. Le auto degli ufficiali hanno investito gli spettatori per evacuare i passeggeri, assicura il collettivo.
“La porticina era l’unica soluzione (….). Con la fuga, gli spintoni, molti hanno perso la vita”, ha detto l’allenatore di Labé. “È la prima volta nella mia vita (che vedo) più di 30 corpi in fila in uno stadio.”
Quanti morti ci sono?
Si tracciano parallelismi con il massacro del 2009, quando la repressione di un comizio dell’opposizione in uno stadio di Conakry provocò almeno 156 morti, secondo una commissione d’inchiesta internazionale.
I video mostrano linee di corpi inerti in quelli che sembrano essere centri medici. Domenica i medici hanno parlato all’AFP di decine di morti. Solo il giorno successivo il governo ha citato la cifra “provvisoria” di 56 morti.
Con 56 morti, si tratta della tragedia più mortale avvenuta in uno stadio di calcio dai tempi della fuga precipitosa che provocò 135 morti in Indonesia nell’ottobre 2022, secondo un database AFP.
Ma la cifra di 56 è in dubbio. Una fonte vicina ai servizi di emergenza ha dichiarato, in condizione di anonimato, di aver “visto con i propri occhi 84 corpi depositati all’obitorio, 24 (altre persone) sono morte al pronto soccorso”.
Il collettivo N’Zérékoré parla di 135 morti sulla base di un censimento effettuato tra testimoni, genitori o sui luoghi di sepoltura. Un’organizzazione dei guineani della diaspora conta 300 morti.
Questi tentativi di contare, numerosi in un paese povero e dalla storia turbolenta, si scontrano sempre con un’opacità, volutamente mantenuta o meno.
Una figura della giunta, Dansa Kourouma, ha accusato alcuni di voler “sfruttare questo momento di tristezza per regolare i conti, accusare le autorità o, peggio ancora, esacerbare le divisioni comunitarie”.
Quale impatto oltre a quello umano?
La partita è stata organizzata da una “Alleanza dei giovani leader forestali”, che si ritiene sostenga la giunta al potere. I guineani vanno pazzi per il calcio. L’incontro rientra nei raduni popolari che si sono moltiplicati. Nessuno dubita che servano a promuovere la candidatura del capo della giunta per le future elezioni presidenziali rinviate a data sconosciuta.
I critici denunciano la negligenza dell’organizzazione e l’uso sconsiderato di gas lacrimogeni da parte dei servizi di sicurezza, cronicamente accusati di uso eccessivo e impunito della forza. Proliferano le richieste di un’indagine, con seri dubbi sulla sua posterità alla luce dei precedenti. Il generale Doumbouya ha annunciato la formazione di una commissione d’inchiesta “per pronunciarsi sulle cause di questa tragedia e determinarne le responsabilità”.
Tra gli altri, il Fronte nazionale per la difesa della Costituzione, una delle ultime voci dissidenti ancora ascoltate, ha affermato di ritenere “Mamadi Doumbouya e il suo governo (per)direttamente responsabili di questa catastrofe”. Attribuisce al generale Doumbouya “un cinico sfruttamento dello sport”.
Par Le360 Africa (con AFP)
03/12/2024 ore 19:41