La Francia conta oggi un milione di poveri in più rispetto a vent’anni fa, anche se la disoccupazione è in calo da dieci anni. Come spieghi questo paradosso?
Per alcuni, in particolare per i giovani adulti, la disoccupazione è diminuita, e questo è positivo. Ma la precarietà del lavoro è aumentata. Aumentano i contratti a tempo determinato (CDD), gli incarichi temporanei e i lavori part-time, anche nel pubblico impiego. Ciò crea occupazione, o meglio frammenti di occupazione, ma non è sufficiente a ridurre la povertà. Le persone sono costantemente alla ricerca di un nuovo lavoro e non riescono a stabilizzare il proprio reddito. E anche con un’occupazione stabile, alcuni lavoratori rimangono poveri, in particolare le madri single.
gabbianoAnche con un’occupazione stabile, alcuni lavoratori rimangono poveri, in particolare le madri single.
È semplice, i redditi dei poveri non aumentano da vent’anni. Osserviamo un’erosione del reddito da lavoro prima della ridistribuzione. Questo è un segnale di allarme perché questa situazione di dipendenza dalla protezione sociale genera preoccupazione e frustrazione.
Più di 2,1 milioni di belgi sono a rischio di povertà o esclusione sociale
Allo stesso tempo, stiamo assistendo ad un aumento del numero di beneficiari di aiuti per la disabilità. Queste persone non vengono più conteggiate tra i disoccupati. Si ritirano dal mercato del lavoro, distrutti, danneggiati fisicamente e moralmente da condizioni di lavoro sempre più difficili.
Eppure, la Francia è “lungi dall’essere il paese peggior classificato nella classifica della povertà in Europa”, segno che il suo modello sociale funziona ancora…
Infatti. La ridistribuzione, attraverso il sistema socio-fiscale, permette di contenere la povertà in Francia. Senza dimenticare il ruolo svolto dai servizi pubblici, in particolare dall’edilizia sociale. Naturalmente spendiamo “una somma di denaro pazzesca”per usare l’espressione [du président] Emmanuel Macron, ma questo è essenziale ed efficace.
gabbianoEsiste un divario significativo tra i valori proclamati e le politiche proposte, soprattutto dalla sinistra.
“Le strade non mancano”, sottolinea il rapporto, per affrontare il problema della povertà. Ma “contrariamente alla volontà politica […] i partiti tradizionali, da destra a sinistra, sono sostanzialmente poco interessati a questa questione”…
Ai nostri occhi, infatti, è troppo assente dal dibattito pubblico. Esiste un divario significativo tra i valori proclamati e le politiche proposte, soprattutto dalla sinistra. L’Osservatorio stima che costerebbe circa dieci miliardi di euro all’anno portare tutte le persone in povertà al di sopra della soglia di povertà, come ha fatto Emmanuel Macron per gli anziani e i disabili. Ciò comporterebbe sostanzialmente l’apertura delle RSA ai giovani dai 18 ai 25 anni e il rendere le RSA meno indegne. Dieci miliardi sono tanti, soprattutto in tempi di tensione di bilancio, ma sono pochi rispetto alle disponibilità della Francia. Preferiamo eliminare la tassa sulla casa per le classi medie e benestanti, per un importo di 20 miliardi di euro, piuttosto che migliorare il destino dei più vulnerabili nel nostro Paese.