controversie sui mandati di arresto per Netanyahu e Gallant

controversie sui mandati di arresto per Netanyahu e Gallant
controversie sui mandati di arresto per Netanyahu e Gallant
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Il Relatore speciale delle Nazioni Unite per i Territori palestinesi ha espresso il suo disaccordo con la questione dell’immunità invocata dalla Francia riguardo ai mandati di arresto della Corte penale internazionale (CPI) contro il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu e il suo ex ministro della Difesa Yoav Gallant. Secondo lei, questa immunità non ha “nessun” valore legale.

Jean-Noël Barrot, ministro degli Esteri francese, aveva affermato che alcuni leader potrebbero beneficiare dell’immunità prevista dallo Statuto di Roma, che istituisce la Corte penale internazionale. Egli ha affermato che le questioni relative all’immunità sono di competenza delle autorità giudiziarie competenti.

La Francia ha chiarito la sua posizione con un comunicato stampa in cui afferma il suo impegno a rispettare i suoi obblighi internazionali, sottolineando che “lo Statuto di Roma richiede la piena cooperazione con la Corte penale internazionale”. Tuttavia, ha anche affermato che “uno Stato non può essere obbligato ad agire in contraddizione con i suoi obblighi internazionali in materia di immunità”.

Francesca Albanese ha reagito a questa posizione in un’intervista, sottolineando che l’argomento dell’immunità non può essere utilizzato, citando l’esempio del caso di Omar al-Bashir, l’ex capo di Stato sudanese incriminato dalla CPI. Albanese ha chiarito che “la Corte ha già deciso su questa questione e nessuno si è opposto”.

Ha inoltre avvertito che il blocco dell’esecuzione di un mandato d’arresto della CPI potrebbe essere interpretato come una violazione dell’articolo 70 dello Statuto di Roma, costituendo “un ostacolo alla giustizia”.

Inoltre, Albanese ha criticato gli approcci incoerenti della Francia ai mandati di arresto per Netanyahu e il presidente russo Vladimir Putin, accusando Parigi di applicare una politica di “doppi standard”. Una settimana fa, la Corte penale internazionale ha emesso mandati contro Netanyahu e Gallant per crimini di guerra a Gaza, e Israele è perseguito per il “crimine di genocidio” presso la Corte internazionale di giustizia.


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