Tensioni, messinscena… A Baku, dietro le quinte di una COP29 “difficile” e “bizzarra”

Tensioni, messinscena… A Baku, dietro le quinte di una COP29 “difficile” e “bizzarra”
Tensioni, messinscena… A Baku, dietro le quinte di una COP29 “difficile” e “bizzarra”
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NARRATIVA – Accuse di ostruzionismo e mancanza di trasparenza, accordo “deludente”: la COP29, conclusasi domenica a Baku, lascia l’amaro in bocca.

Nella hall dell'hotel, un unico opuscolo è ben visibile sul tavolino. Esalta i meriti della “Città Bianca”, la città bianca di Baku, quartiere emergente della capitale dell'Azerbaijan costruito sulle rovine della “Città Nera” e delle sue terre inquinate. Questa “Città Nera” sì « ha svolto un ruolo importante nell’industria petrolifera globale per oltre cento anni »si legge nella brochure, ricordando ai clienti che il primo oleodotto fu costruito qui, nel 1878, dai fratelli Nobel.

Quasi centocinquant’anni dopo, è in questa ex repubblica sovietica che deve così tanto alle risorse fossili – descritte come « dono di Dio » dal suo presidente, Ilham Aliev – che il mondo intero si è riunito per due settimane per la messa annuale sul clima delle Nazioni Unite. Per decenni, questi COP hanno lavorato per fermare il riscaldamento globale causato dall’estrazione e dalla combustione…

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