“Assicuriamoci che la commercializzazione della formazione non superi i limiti accettabili”

“Assicuriamoci che la commercializzazione della formazione non superi i limiti accettabili”
“Assicuriamoci che la commercializzazione della formazione non superi i limiti accettabili”
-

la offerta formativa di alta formazione è sempre più difficile da comprendere per gli studenti delle scuole superiori, per gli studenti, per le famiglie e più in generale per tutti i cittadini. Mescola diplomi nazionali e certificazioni professionali, il che porta a una vera confusione.

Il rapporto informativo parlamentare n. 2458 (del 10 aprile) analizza le sfide poste dall’istruzione superiore privata e for-profit. Affronta questioni legate alla qualità, alla regolamentazione e all’impatto economico e sociale. Evidenzia gravi preoccupazioni riguardo alla qualità della formazione, alla mancanza di trasparenza e ai rischi legati all’eccessiva ricerca del profitto.

La complessità generata dalla moltiplicazione degli attori è particolarmente dannosa per gli individui provenienti da contesti svantaggiati, che possono trovarsi in una situazione di vulnerabilità rispetto alle pratiche commerciali di alcuni istituti privati ​​lucrosi. Non si tratta di creare un’opposizione tra il settore privato e quello pubblico, poiché la libertà di scelta in materia di formazione è un principio essenziale.

Una valutazione essenziale

Si tratta di garantire che la “commercializzazione” della formazione non superi i limiti accettabili e, soprattutto, di garantire la qualità dell’istruzione superiore. È essenziale preservare il valore dei diplomi rilasciati dalle nostre istituzioni, riconosciuti e accreditati dallo Stato.

Leggi anche (2023): Articolo riservato ai nostri abbonati L’istruzione superiore privata, un mercato diventato lucrativo e illeggibile

Leggi più tardi

La complessità del dibattito è far comprendere ai cittadini che la valutazione di una struttura e di un diploma è fondamentale. Ritorniamo per un attimo su due elementi essenziali: il diploma e il titolo dell’Elenco Nazionale delle Certificazioni Professionali (RNCP). Dal 1È Gennaio 2019, la gestione dell’RNCP è delegata all’organizzazione Compétences, che fa capo al Ministero del Lavoro, dell’Occupazione e dell’Integrazione.

In parole povere, un diploma certifica un livello raggiunto da uno studente e garantisce un livello di conoscenze e competenze. È accreditato e riconosciuto dallo Stato e valutato da agenzie indipendenti. Ogni diploma accreditato è referenziato nell’RNCP, riconoscimento essenziale per un particolare ambito professionale. Pertanto, un diploma implica necessariamente il riconoscimento da parte dell’RNCP. Non sempre però è vero il contrario: è possibile registrare le certificazioni nel RNCP senza che queste vengano integrate in un diploma accreditato.

Ti resta il 52,63% di questo articolo da leggere. Il resto è riservato agli abbonati.

Morocco

-

PREV la RN pronta alla censura, dichiara Marine Le Pen dopo la sua intervista a Michel Barnier, “ferma sulle sue posizioni” – Libération
NEXT il gruppo convocato per la sfida contro il Bayern con Mendes, Ramos e Kimpembe