(SenePlus) – Il massacro coloniale di Thiaroye, avvenuto il 1° dicembre 1944, sarà oggetto di un’importante conferenza internazionale a Dakar il 2 e 3 dicembre 2024, secondo il programma distribuito dal Comitato Scientifico per commemorare l’80° anniversario. Questo evento, che si terrà tra l’Ucadet e il campo militare di Thiaroye Gare, riunirà storici, ricercatori e artisti attorno alle questioni storiografiche, memoriali e culturali di questa tragedia coloniale.
La conferenza si aprirà presso l’anfiteatro Khaly Amar Fall dell’Ucad con una conferenza inaugurale del professor Ibrahima Thioub, preceduta da performance artistiche tra cui slam e poesia. Il primo panel, presieduto da Rokhaya Fall, affronterà direttamente la questione del massacro coloniale, compreso un intervento di Armelle Mabon su “Il massacro di Thiaroye, 1 dicembre 1944, Storia di una menzogna di Stato”.
La dimensione internazionale dell’evento si riflette nella diversità dei relatori e degli approcci. Hassoum Cessay esplorerà gli echi del massacro negli archivi nazionali del Gambia, mentre Lazare Ki-Zerbo collocherà Thiaroye nel contesto più ampio dell’“Atlantico Nero”.
Il secondo giorno i lavori proseguiranno presso il campo militare di Thiaroye Gare, luogo degli eventi. La programmazione enfatizza le rappresentazioni artistiche e letterarie del massacro, con un focus particolare sull’opera di Léopold Sédar Senghor e sul cinema di Sembène Ousmane.
Le questioni relative alla trasmissione e all’insegnamento occuperanno un posto centrale, come dimostra il panel dedicato all’integrazione del Thiaroye nei programmi scolastici, sia in Senegal che in Camerun. La conferenza si concluderà con un “Appello di Thiaroye” per il diritto agli archivi, sottolineando la continua importanza dell’accesso alle fonti storiche.
Questo importante evento scientifico, organizzato sotto l’egida dell’Istituto dei Mondi Africani (IMAF), segna un passo importante nel riconoscimento e nello studio di uno degli episodi più oscuri della storia coloniale francese in Africa. Illustra la persistenza delle domande sulla memoria e la loro risonanza contemporanea, 80 anni dopo gli eventi.