Gli svizzeri si rifiutano di toccare il diritto di locazione

Gli svizzeri si rifiutano di toccare il diritto di locazione
Gli svizzeri si rifiutano di toccare il diritto di locazione
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I cantoni francofoni, ad eccezione del Vallese, hanno chiaramente rifiutato entrambi gli obiettivi. Allo stesso tempo, la stragrande maggioranza dei cantoni di lingua tedesca li ha sostenuti, senza però far pendere l’ago della bilancia a loro favore.

Sospensione sul subaffitto

Nei subaffitti la suspense durava tutto il pomeriggio. A mezzogiorno, secondo le proiezioni, il campo del sì sembrava avere un vantaggio.

Bastione dell’Associazione svizzera per la difesa degli inquilini (Asloca), che ha lanciato il referendum, il cantone di Ginevra è stato il paladino del “no”, con quasi il 65% dei rifiuti. Anche Neuchâtel (62%), Vaud e Giura (59%) si sono opposti nettamente all’inasprimento delle regole. A Friburgo il “no” vince con oltre il 53%.

Fa eccezione il Vallese, che ha accettato la riforma con il 53%. Anche il Ticino ha detto sì con oltre il 54%.

Nella Sarine, Basilea Città (61%), Soletta (54%), Berna e Zurigo (53%) hanno votato no come la Svizzera francese. In tutti gli altri cantoni di lingua tedesca il sostegno per subaffitti più regolamentati è risultato in testa, in parte in modo piuttosto netto: ad esempio con il 61% nell’Appenzello Interno, il 60% a Svitto o addirittura il 56% nei Grigioni.

In totale, 1.196.640 elettori hanno espresso un voto sì alle urne, rispetto a 1.274.814 voti contrari.

Rifiuti alemanni

Il rifiuto è stato un po’ più netto sulla seconda riforma in votazione, che proponeva licenziamenti più agevoli per le esigenze dei proprietari. Il testo è stato respinto in quasi tutti i cantoni francofoni, in particolare a Ginevra dal 67% della popolazione. Seguono Neuchâtel con il 64%, Vaud e il Giura con il 60% e Friburgo con il 55%. Solo il Vallese si è distinto nuovamente per il suo sostegno.

Nella Sarine hanno detto no anche Zurigo e Berna (57%), Soletta, Lucerna (51%) e Basilea Città (65%). Anche negli altri cantoni di lingua tedesca la revisione ha ottenuto un chiaro sostegno.

Alla fine, il campo del sì ha raccolto 1.141.741 voti, contro 1.331.128 rifiuti.

Due riforme

L’anno scorso il Parlamento ha approvato due progetti degli ambienti proprietari. Il primo mirava a prevenire il subaffitto abusivo e intendeva stringere un po’ la vite. Le regole quindi non cambieranno in questo settore, qualsiasi subaffitto dovrà essere annunciato al proprietario o locatore.

La seconda mirava a semplificare le risoluzioni del contratto di locazione per proprie esigenze. La destra ha criticato i lunghi procedimenti legali che mettono i proprietari contro i loro inquilini. Continuerà quindi ad applicarsi la normativa attuale, che prevede che i proprietari possano utilizzare autonomamente il proprio alloggio facendo valere una necessità urgente.

Tensioni future

Il Consiglio federale ha rispettato formalmente i testi perché la legge lo obbliga a farlo. Durante la campagna elettorale, il consigliere federale incaricato del dossier, l’UDC Guy Parmelin, ha ricordato che inizialmente il Consiglio federale non aveva visto alcun motivo per modificare la legge.

Questo doppio fallimento non dovrebbe però ridurre la tensione sulla questione abitativa, in un contesto di penuria e di affitti elevati. La destra del Parlamento ha presentato due nuovi progetti di revisione del diritto di locazione, uno dei quali mira a limitare le possibilità di controversie sugli affitti.

Asloca ha avvertito che queste sono solo le prime fasi di una serie di attacchi volti alla completa liberalizzazione del mercato degli affitti. E l’organizzazione ha già annunciato di voler lanciare un’iniziativa popolare per ancorare il principio dell’affitto basato sui costi. Il testo chiede anche il controllo automatico degli affitti.

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