È un eufemismo dire che la genesi di STALKER 2: Il cuore di Chernobyl (disponibile mercoledì 20 novembre su PC e Xbox Series, dopo sei estenuanti anni di produzione) è stato caotico e la sua uscita deve tutto all’instancabile abnegazione del suo studio di sviluppo.
Si sono incontrati alla fiera tedesca Gamescom in agosto, hanno raccontato gli sviluppatori ucraini di GSC Game World Mondo le violente turbolenze che avevano scosso la produzione del gioco, tra molteplici rinvii, una pandemia globale e, infine, il lancio dell’offensiva contro l’Ucraina decisa da Vladimir Putin nel febbraio 2022. Di fronte all’invasione russa, la grande maggioranza dei dipendenti (più di 400 persone) andarono in esilio da Kiev a Praga, nella Repubblica Ceca, mentre una minoranza rimase lì, in particolare per andare al fronte – una storia che la compagnia raccontò in ottobre in un documentario fatto in casa.
Secondo un comunicato dell’agenzia governativa RIA Novosti, infatti, STALKER 2 potrebbe essere l’argomento “misure draconiane” : La Russia prenderebbe quindi in considerazione l’idea di perseguire chiunque ottenga il gioco sul suo territorio per aver sostenuto il terrorismo.
Impazzisci nella Zona
In quanto sparatutto postapocalittico, questa nuova opera è vista come un’estensione diretta del trittico originale (pubblicato tra il 2007 e il 2010). Vi troviamo una capacità intatta di proporre sistemi e meccaniche complesse e, soprattutto, un mondo magnetico. Scavando tra le note di Skif, il nostro eroe, veniamo subito colpiti da una profonda angoscia: “Sono tornato dopo tre anni di servizio all’inferno per riposarmi, (…) bevendo nel mio appartamento pieno di fumo e guardando la TV come se guardassi fuori da una finestra”. Per ricaricare un potente e misterioso manufatto estinto in suo possesso, Skif intraprende finalmente una spedizione attraverso la “Zona”, cioè la zona di esclusione che circonda Chernobyl, uno spazio tornato selvaggio e trasformato dal disastro nucleare. Caos e desolazione sono gli unici padroni lì.
Appena un piede ha messo piede in queste rovine tanto disastrose quanto spaventose, quando già piovono le “anomalie”. Quasi invisibili a occhio nudo, si tratta di fenomeni fisici inspiegabili, come esplosioni che ti seccano sul posto e che è fondamentale rilevare utilizzando oggetti metallici, piccoli dardi da lanciare davanti a te per progredire. Un modo di esplorare l’area di gioco tratto direttamente dal film di Andrei Tarkovsky Stalker (1979), e ancor prima del romanzo di fantascienza che ha ispirato il film, Stalker: picnic sul ciglio del sentiero dei fratelli Strugatsky (1972).
Se la Zona presenta una fauna particolarmente ostile, composta da mostruosi predoni pronti a divorarvi, è popolata principalmente da gruppi armati assetati di sangue. Ancora più intensamente dei suoi predecessori, STALKER 2 è un grande viaggio per incontrare le anime torturate che popolano questa terra quasi di nessuno, fatto di innumerevoli storie per rendere il sonno alto. Tutti gli uomini sembrano zombie erranti in un gigantesco purgatorio, esseri apatici accanto al fuoco o saccheggiatori e spie pieni di debiti, appoggiati al bancone, immersi nella solitudine e nel torpore.
Razioni, divagazioni e radiazioni
È essenzialmente attraverso la sua dimensione di simulazione di sopravvivenza che il gioco ci invita a fare il punto su ciascuna delle nostre azioni, a cominciare dalla gestione drastica dell’inventario, che diventa molto presto limitato nel peso. Oltre alle armi da recuperare per difendersi, è fondamentale raccogliere medicinali e cibo, come la vodka cosacca, alleato essenziale per curare le radiazioni. STALKER 2 arriva più tardi Anello Elden (2022) con il quale mantiene una forte vicinanza nel suo modo di intendere un mondo aperto come territorio profondamente minaccioso. Condivide con lui una dinamica comune, quella di a mondo aperto (mondo aperto) che, man mano che si svolge, sembra prenderti tra gli artigli. Ecco, no fantasia nero, ma entrambi i piedi ancorati a un realismo disperato. Correre a capofitto e sparare nel mucchio non porterà ad altro che a raccogliere game Over. L’attraversamento della Zona richiede elevati standard, metodo e scelte strategiche in ciascuna delle spedizioni da effettuare.
Intrattabile e radicale nella sua proposta, STALKER 2 non negare mai la sua durezza. Uno sparatutto contemplativo, che ti invita in un viaggio in cui non ti senti mai al sicuro. Eppure, questa zona di esclusione postapocalittica sembra catturarci, costringerci a visitarla. Quando arrivano i momenti in cui possiamo riprendere fiato tra le macerie, arriviamo a credere di esserci abituati all’odore della morte. Cosa c’è di più logico, insomma, per un progetto del genere, che tentare di domare l’indicibile.
L’opinione di Pixel in breve
Ci è piaciuto:
• esplorare la Zona, una prodigiosa terra desolata popolata da personaggi accattivanti;
• il rigore e la compostezza richiesti dall’avventura;
• il lavoro magistrale dell’immersione sonora.
Non ci è piaciuto:
• i bug che punteggiano qua e là l’avventura, mai bloccanti ma che speriamo vengano rapidamente corretti.
È più per te se…
• Hai amato i capitoli precedenti del franchise;
• gli aromi della vodka e della birra non avranno più segreti per te;
• sei in grado di sopportare un mondo in cui un rilevatore di radiazioni è il tuo unico amico.
Probabilmente non fa per te se…
• Odi camminare;
• pensi che a «sparatutto in prima persona» è necessariamente sovralimentato.
Nota sui pixel:
7.000 becquerel sugli 8.000 della radioattività naturale media del corpo umano