Pubblicato il 19 novembre 2024 alle 18:48 / Modificato il 19 novembre 2024 alle 18:49
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La Svizzera prevede di seppellire le proprie scorie nucleari a più di 800 metri di profondità a nord del cantone di Zurigo.
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Dopo cinquant’anni di studi, martedì a Berna è stata presentata una domanda di autorizzazione.
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L’approvazione da parte del Consiglio federale è prevista per il 2029. La sua decisione potrebbe essere oggetto di referendum.
Il passaggio è amministrativo. Non è meno “storico”, come ammettono gli stessi oppositori del progetto. Martedì mattina la Nagra (Società cooperativa nazionale per lo stoccaggio delle scorie radioattive) ha presentato ufficialmente a Berna una domanda di autorizzazione generale all’Ufficio federale dell’energia (UFE). La richiesta riguarda la costruzione di un deposito geologico profondo per i rifiuti radioattivi nel comune zurighese di Stadel, nella regione “Nördlich Lägern”.
“Non ho nessuna notizia sensazionale da comunicarvi”, si è quasi scusato nel preambolo Matthias Braun, il direttore generale del Nagra, ai numerosi media presenti alla conferenza stampa. Perché se la tappa segna un traguardo importante, le linee del progetto sono infatti già ampiamente note. Sono il risultato di un processo molto lungo, iniziato più di 50 anni fa con l’inclusione del principio dell’interramento delle scorie radioattive nella legge sull’energia nucleare. Il 4 dicembre 1972 i gestori delle centrali nucleari e la Confederazione fondarono Nagra. La ricerca di un sito in realtà è iniziata nel 2008.
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