Hajj 1445: al ritorno a Casablanca, i pellegrini raccontano il difficile soggiorno vissuto

Hajj 1445: al ritorno a Casablanca, i pellegrini raccontano il difficile soggiorno vissuto
Hajj 1445: al ritorno a Casablanca, i pellegrini raccontano il difficile soggiorno vissuto
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L’Hajj di quest’anno 1445 è terminato e i pellegrini marocchini stanno gradualmente tornando nel Regno. Per alcuni questo ritorno avviene con il sentimento dell’adempimento di un dovere spirituale ma, per altri, è soprattutto la fine di duri disagi che mai avrebbero pensato di vivere in questi luoghi santi.

Assaba di questo lunedì 24 giugno riporta le agghiaccianti testimonianze di alcuni pellegrini, per i quali questo soggiorno è stato un vero supplizio a causa della mediocre qualità dei servizi loro offerti.

Per gli intervistati dal quotidiano, il grande afflusso di pellegrini nell’anno 1445, il cui numero, secondo loro, superò i 3 milioni di musulmani provenienti dai quattro angoli del mondo, causò una grande disorganizzazione che, purtroppo, provocò delle morti.

Inoltre, le testimonianze più sorprendenti riportate da Assaba sono quelli degli hajj e degli hajjates che hanno visto i corpi dei pellegrini deceduti, che giacevano a terra accanto ai cassonetti della spazzatura.

Assaba racconta le condizioni in cui sono stati accolti i primi pellegrini marocchini al loro ritorno all’aeroporto Mohammed V di Casablanca: un’accoglienza normale, in un aeroporto in stato di allerta per l’afflusso di persone presenti, famiglie e vicini all’hajj e agli hajjates, che sono venuti ad accoglierli.

Quest’anno, davanti alle telecamere, alcuni pellegrini hanno avuto difficoltà a sorridere, e alcuni hanno cercato invano di nascondere il loro stato di shock, dopo quello che avevano vissuto.

Uno degli arrivati, un hajj sulla quarantina, ha parlato ai microfoni consegnatigli e ha spiegato il deplorevole stato in cui si trovavano lui e i suoi compagni di viaggio.

Secondo Assabaalcuni di coloro che erano riusciti a nascondere il proprio disagio hanno finito per confidare ai propri cari di essere stati costretti, prima dell’imbarco per l’aeroporto Mohammed V, a restare per ore nell’aeroporto di partenza in Arabia Saudita, senza riuscire a dormire, prima di potrà finalmente imbarcarsi su un aereo, per un volo di più di sette ore.

Alcuni degli arrivati ​​erano, infatti, allo stremo dei nervi, perché il ritorno in Marocco è stato solo la fine di lunghe disavventure di cui in molti hanno testimoniato, fin dai primi giorni dell’hajj, sui social network.

Secondo le testimonianze raccolte dal quotidiano, oltre al gran caldo avvertito, i pellegrini dovettero sopportare anche la grande folla che caratterizzò i vari riti da compiere nei Luoghi Santi, in quest’anno 1445.

Altri pellegrini parlano delle condizioni”indegno» in cui si è svolto quest’anno l’hajj, e lo hanno confermato coloro che non erano al loro primo pellegrinaggio.

Anche per i frequentatori abituali, e anche per coloro che hanno pagato ingenti somme per assicurarsi che questo rito fosse il più confortevole possibile per loro, l’hajj di quest’anno si è rivelato una vera e propria tortura, un sentimento che molti condividono, indipendentemente dalla categoria sociale a cui appartengono. cui appartengono.

Alloggio, trasporto, ristorazione… L’elenco delle recensioni cheAssaba il relè è molto lungo. In alcune testimonianze raccolte dal quotidiano viene estremamente criticata anche l’incompetenza delle agenzie di viaggio nell’organizzazione dei soggiorni dei pellegrini, che non hanno saputo rispondere alle lamentele dei loro clienti, a causa di problemi organizzativi nei luoghi.

Anche se è consuetudine constatare che per alcuni pellegrini marocchini l’hajj non si svolge sempre nelle migliori condizioni, quest’anno 1445 è, con ogni probabilità, molto speciale, perché quasi tutti gli hajj e gli hajjate compresi Assaba hanno trasmesso le testimonianze vissute significative disavventure.

Par Fayza Senhaji

23/06/2024 alle 19:44

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