Centro educativo Pramont: “Un giorno, una pistola tornerà a casa”

Centro educativo Pramont: “Un giorno, una pistola tornerà a casa”
Centro educativo Pramont: “Un giorno, una pistola tornerà a casa”
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Era febbraio. Dieci giovani tra i 17 ei 24 anni residenti presso il centro educativo chiuso Pramont di Granges (VS) avevano aggredito e rinchiuso in una cella una guardia, prima di scappare. L’ultimo fuggitivo è stato ritrovato dalla polizia due mesi dopo i fatti, nella vicina Francia. La loro fuga, la terza in un anno, ha messo in discussione soprattutto la sicurezza del centro, costruito nel 1978. Un’indagine di “Nouvelliste”, basata sulle dichiarazioni di una decina di ex collaboratori, ne mette in luce i difetti.

A partire dalle consegne notturne di alcol, cannabis o armi bianche ai giovani da parte di soggetti esterni. “Un giorno arriverà una pistola”, avverte un ex dipendente. E le recinzioni sono impotenti di fronte a questo traffico, così come le telecamere esterne non permettono di identificare nessuno nell’oscurità, stima un altro testimone.

Allo stesso tempo, dall’inizio del 2020 si sono dimessi 25 dipendenti. Tra scontri tra giovani o con dipendenti, tentativi di suicidio da parte di detenuti o addirittura incendi nelle celle, l’ambiente di lavoro paga un pesante tributo, riferisce il quotidiano vallesano. Viene sottolineata anche la gestione del regista. Da parte sua, Alexandre Comby ribatte che i commenti raccolti dal giornale “non sono completamente in linea con il feedback che ricevo quotidianamente dai miei colleghi”.

Dopo la fuga dei dieci giovani, a febbraio, è stato assunto temporaneamente un agente di sicurezza privato per aiutare il guardiano notturno. È inoltre prevista l’installazione di una nuova recinzione sicura, illuminazione esterna e rilevatori di movimento in tutto lo stabilimento. I lavori dovrebbero essere ultimati entro la fine di settembre, precisa la “Nouvelliste”.

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