Candidato François Hollande alle elezioni: gesto simbolico contro l’estrema destra o tentativo reale di tornare al potere?

Candidato François Hollande alle elezioni: gesto simbolico contro l’estrema destra o tentativo reale di tornare al potere?
Candidato François Hollande alle elezioni: gesto simbolico contro l’estrema destra o tentativo reale di tornare al potere?
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Parte ufficialmente oggi la campagna per le elezioni legislative anticipate in Francia. E c’è una sorpresa, è il ritorno di François Hollande, candidato nel suo ex collegio elettorale, a Corrèze. Si tratta di un gesto simbolico contro l’estrema destra o si tratta di un reale tentativo di tornare al potere?

Sabato, al mercato del Tulle della Corrèze, sembrava di essere in una puntata di Ritorno al futuro: François Hollande si stringeva la mano, mandava baci, come quando era vicesindaco della città. Ha rappresentato il suo collegio elettorale per 20 anni. La sua rielezione non dovrebbe rappresentare un problema. Soprattutto da quando il partito di Emmanuel Macron ha deciso di non opporsi a lui.

Ufficialmente ha fatto questa scelta per sbarrare la strada al partito di Marine Le Pen. Sabato ha convocato la stampa locale alla quale ha dichiarato: “In una situazione eccezionale, una decisione eccezionale L’estrema destra non è mai stata così vicina al potere dopo la Liberazione”.

Ma è difficile immaginare che François Hollande diventi semplicemente un deputato di base dell’Assemblea nazionale, o addirittura, una volta eletto, abbandoni il suo mandato al suo vice per tornare al suo aratro come Cincinnato. Nonostante il suo aspetto bonario, è una bestia politica cresciuta all’ombra di François Mitterrand, dal quale ha imparato molto.

Secondo diverse indiscrezioni orchestrate dal suo entourage, non ha mai digerito il fatto di non potersi candidare alla presidenza nel 2017. E da allora aspetta una finestra di opportunità per il suo ritorno.

Questa non è la prima volta. Nella storia della Francia ci sono stati due celebri precedenti: Raymond Poincaré, presidente della Repubblica dal 1913 al 1920, che fu eletto senatore subito dopo il suo mandato e divenne capo del governo due volte, tra il 1922 e il 1924, poi tra il 1926 e il 1929 Ma era un’altra epoca. Sotto la Terza Repubblica, il Primo Ministro aveva più potere del Presidente.
Più vicino a noi, Valéry Giscard d’Estaing, battuto nel 1981 da Mitterrand, ma che, dal 1984, si è candidato alle elezioni locali. Divenne deputato, presidente della Commissione Affari Esteri e guidò la regione dell’Alvernia per 18 anni, senza però riuscire a tornare all’Eliseo.

Quindi, potremmo immaginare Emmanuel Macron nominare François Hollande Primo Ministro in caso di vittoria della sinistra? Sarebbe strano, due coccodrilli nello stesso stagno. Oppure l’ex presidente spera di svolgere un ruolo di voce forte nell’Assemblea nella speranza di ricostruire la sua immagine e diventare, nel 2027, il successore del suo successore? Probabilmente lo sogna. Ma come diceva il filosofo Chamfort, “Non si può essere e non si è stati”.

Francois Hollande

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