Ventinove anni, una buona età per scrivere la tua autobiografia? Sì, risponde Giordano Bardella pubblicando Quello che sto cercando (Fayard, 316 pagine, € 22,90). Infatti, nonostante un libro troppo lungo e con molte ripetizioni, non è privo di interesse leggere un personaggio politico che racconta a modo suo il suo percorso personale. Dà anche a Jordan Bardella l'opportunità di affrontare campi insoliti per lui. “Anche se non credo, non sono stato battezzato, ho sempre espresso una singolare deferenza verso la fede e i credenti”rivela ad esempio. Ma questo lavoro è soprattutto un'occasione per mettere in discussione il posizionamento politico della presidente del Rassemblement National, sostituto di Marine Le Pen dalle elezioni europee del 2019.
Lontano dalla Le Pen Marine del 2017
Lo sostiene Jordan Bardella: è stato un elemento trainante dell'alleanza formata nelle elezioni legislative tra la RN ed Éric Ciotti, che avrebbe scelto come ministro delle Forze Armate se l'estrema destra avesse vinto le elezioni legislative e se fosse stato nominato a Matignon. Questa scelta lo colloca in un dibattito ideologico e strategico interno all’estrema destra.
Prima opzione: incarnare un'alternativa “né di destra né di sinistra”, cioè rappresentare una differenza di natura con i repubblicani, senza alcuna possibile alleanza con loro. Questa è stata la linea adottata da Marine Le Pen nelle elezioni presidenziali del 2017, combinando anti-liberalismo esterno (protezionismo) e interno (interventismo), e facendo appello tra i due turni all'elettorato di Jean-Luc Mélenchon più che a quello di François Fillon.
Seconda opzione: incarnare la “vera destra”, cioè rappresentare una semplice differenza di natura con i repubblicani, senza incompatibilità con loro sulla politica economica. Se Marine Le Pen sembra oscillare sempre tra le due, la seconda opzione è chiaramente la scelta di Jordan Bardella quando appoggia “nuove direzioni” con l’abbandono dell’uscita dall’euro, o quando tende la mano “orfani di una destra più orleanista”cioè liberale nella tipologia dello storico René Rémond.
Linea di demarcazione con Éric Zemmour
Se questa linea avvicina Jordan Bardella a Marion Maréchal (Identity Liberties) e Éric Zemmour (Reconquest!), il presidente della RN fa comunque attenzione a prendere le distanze da entrambi. Fin dall'inizio, sottolinea che ella incarna, come François-Xavier Bellamy (LR), “una sensibilità più conservatrice sulle questioni sociali”. Dal secondo, spiega che riprende il “eccesso del Fronte Nazionale di ieri”.
C'è proprio una cosa che Jordan Bardella non assume: l'eredità politica del partito che presiede dopo Jean-Marie Le Pen e poi Marine Le Pen. “Non so nulla della sua storia, dei suoi fondatori e nemmeno di Jean-Marie Le Pen”adduce colui che tuttavia ha conseguito il diploma di maturità con lode con l'opzione scienze politiche. Assicurando: “ Non sono di estrema destra. » Secondo lui, la RN di oggi avrebbe di fatto rotto con la FN di ieri, dato che Marine Le Pen ha respinto i commenti di suo padre sulle camere a gas.
Solo che Marine Le Pen non dice che la sua strategia di “demonizzazione” fosse necessaria a causa della realtà di a “eredità solforosa”come scrive Jordan Bardella, ma a causa di un'immagine che considera caricaturale da parte dei suoi avversari. Il che cambia tutto, perché nega che le radici storiche, le convinzioni e gli eccessi di Jean-Marie Le Pen abbiano giustificato la “demonizzazione” iniziale, il “cordon humaine” che ha isolato a lungo il lepenismo.
In definitiva, cosa “cerca” Jordan Bardella? Un'epigrafe di Napoleone Bonaparte sembra dare la risposta ancor prima del prologo del libro: “Ciò che cerco soprattutto è la grandezza: ciò che è grande è sempre bello. » Ma l'autore offusca i limiti citando ulteriormente l'artista Pierre Soulages: “È quello che faccio che mi insegna cosa cerco.” » Un riferimento altrettanto misterioso quanto il “stoicismo incandescente” che percepisce da Marine Le Pen.