Per capire perché si verifica questa situazione dobbiamo tornare al giorno successivo alle elezioni comunali del 13 giugno. La campagna tra il socialista e il suo rivale liberale, Georges-Louis Bouchez – il presidente del MR guidava meglio la lista di Mons – è stata molto dura e ha finito per spingere il sindaco uscente ad annunciare che qualunque cosa accada, non governerà, non con la Lista Mons ma meglio. Alla fine delle votazioni la sua Lista Sindaco non ha ottenuto la maggioranza assoluta per un seggio, ma ai suoi occhi è rimasta una vittoria poiché il MR non è riuscito a spodestarlo. Il suo partner verde dal 2018 è passato da sei a due eletti, è una grave delusione che spinge i Verdi a optare per l’opposizione. Tanto più che il contributo dei due seggi ambientalisti difficilmente renderà la coalizione molto stabile. Tuttavia, la rapida prospettiva di un’alleanza PS-Engaged-Eco porta i Verdi a rivedere la loro posizione e ad accettare di avviare negoziati con gli altri due.
Solo che all’inizio dei negoziati Les Engagés ha mostrato un volto che non ha convinto i socialisti. La capolista Pascale Grandjean non c’è, assente da diversi giorni per motivi professionali, lascia discutere gli altri eletti della sua lista. Quando ritorna, si dimentica, ci viene detto di portare la sua lista di richieste. Finirà per inviarlo via email ai socialisti e agli ecologisti. Una fonte ci dice che l’elenco è molto scarno e che ai loro occhi gli Impegnati sono lì soprattutto per negoziare le posizioni più che la sostanza del progetto comune. A Les Engagés denunciamo piuttosto il “vecchie pratiche politiche” del PS che avrebbe preteso impegni di futuro sostegno finanziario da parte del governo vallone (MR-Engagés) per quanto riguarda i progetti di Mons.
“Siamo in una brutta situazione”: la prospettiva di un’alleanza con il PTB mette in imbarazzo Écolo
Impegnato inaffidabile
Alla fine, gli Engagés sono considerati inaffidabili dal PS che ha una mano in queste trattative. Nicolas Martin si rivolge quindi al PTB. Da parte socialista e anche da parte ambientalista, riteniamo che la leader del PTB, Céline De Bruyn, sia seria, corretta e assolutamente professionale. Iniziano le trattative a tre. Tra gli ecologisti la sequenza non è ideale, ma decidiamo noi”che dobbiamo assumerci le nostre responsabilità”ci viene detto. Per le autorità nazionali del partito, a Mons come a Forest, è stato il PS a portare il PTB nei negoziati, e se il partito dovesse allearsi con una tale coalizione che dovrà essere convalidata dalle autorità locali, sarà visto come “eccezioni”.
Nel PS Monois, invece, ci sono due clan. Quella dell’attuale sindaco e quella degli eredi del suo predecessore, Elio Di Rupo. Questo secondo clan non vedeva necessariamente di buon occhio la partecipazione del PTB. Era quindi necessario raggiungere un accordo tra i socialisti, che ha portato ai lunghi ritardi degli ultimi giorni. Ma alla fine Mons sarà la prima città vallone e l’unica ad essere guidata da una coalizione che comprenda il PTB.