Si tratta di documenti essenziali per consentire alla Francia di accelerare la transizione energetica e la lotta al cambiamento climatico, che avranno conseguenze concrete sulla vita quotidiana dei francesi, in termini di trasporti, alloggi o cibo. Il governo ha sottoposto a consultazione pubblica, lunedì 4 novembre e fino al 15 dicembre, i due strumenti di indirizzo della politica climatica ed energetica del Paese: i 3e strategia nazionale per le basse emissioni di carbonio (SNBC) e 3e programmazione energetica pluriennale (PPE). Il primo riguarda il 2030, il secondo il 2035, ed entrambi mirano a raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050.
Queste tabelle di marcia mostrano grandi ambizioni, ma permangono dubbi sulla capacità della Francia di soddisfarle. La loro presentazione è in ritardo di oltre un anno a causa dei numerosi rinvii e dello scioglimento dell'Assemblea nazionale a giugno. Negli ultimi mesi l’Alto Consiglio per il Clima ha più volte messo in guardia “rischio di declino dell’ambizione della politica climatica” mancata adozione di questi testi, che erano già stati oggetto di consultazioni.
“Vai più veloce e più lontano” : la SNBC traccia il percorso verso una riduzione delle emissioni lorde di gas serra non più del 40% ma del 50% tra il 1990 e il 2030, conseguenza delle nuove ambizioni climatiche europee. Le emissioni di carbonio devono quindi essere ridotte di circa il 5% all’anno tra il 2022 e il 2030, rispetto alla riduzione media annua del 2% dal 2017 al 2022.
“Piano di battaglia”
Nonostante i buoni risultati al 2023 (−5,8%), la marcia è ancora alta: la Francia deve passare da 373 milioni di tonnellate di CO equivalente2 (MtéqCO2), escluse le importazioni, nel 2023 a 270 MteqCO2 nel 2030. “Negli ultimi sei mesi il calo si è un po’ rallentato, forse a causa del clima, ma ciò dimostra la necessità di accelerare ulteriormente”ha riconosciuto Agnès Pannier-Runacher, ministro della Transizione ecologica, che ha lanciato la consultazione pubblica insieme a François Durovray e Olga Givernet, rispettivamente viceministri responsabili dei trasporti e dell'energia.
Per raggiungere questo obiettivo, il governo dettaglia la sua “piano di battaglia” settore per settore. Nei trasporti, i più inquinanti (un terzo delle emissioni), il governo vuole ridurre le emissioni del 31% tra il 2022 e il 2030, uno sforzo colossale visto che finora sono rimaste stagnanti. Punta su numerose leve da qui alla fine del decennio, tra cui la progressione dei veicoli elettrici (fino a raggiungere i due terzi delle vendite di veicoli nuovi), le stazioni di ricarica (400.000 pubbliche, contro le 130.000 di oggi), e il forte aumento delle trasporti pubblici (+25%). Ma anche il raddoppio del trasporto merci su rotaia e della rete di piste ciclabili (fino a raggiungere i 100.000 chilometri), il controllo della domanda grazie al telelavoro o addirittura il progressivo aumento del carbon pricing per il trasporto aereo.
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