Per le grandi fortune del Sud-Ovest, patrimonio fondamentale dei grandi vini

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Come la pietra a Parigi, i grandi vini di Bordeaux non dovrebbero perdere valore, anzi guadagnare molto a lungo termine. Ecco perché tra le 500 più grandi fortune francesi (classifica della rivista economica “Challenges” 2024) più di 70 hanno interessi nel vino in Gironda. Sia per gli imprenditori locali, sia per altri che hanno fatto fortuna altrove (industria, servizi) e che, un giorno, hanno investito nei grandi vini, a Saint-Émilion e nel Médoc in particolare.

Con l’impennata dei prezzi dei grandi vini dall’inizio del secolo, le famiglie storiche della vigna si ritrovano oggi a capo di vere e proprie ricchezze. Una fortuna che è soprattutto sotto i loro piedi: è il prezzo dei terreni che è esploso fino a toccare i milioni di euro/ha. Esempi? La famiglia Cazes (Château Lynch-Bages, 391e) ; la famiglia di Denis Merlaut (gruppo Taillan, 391e legato); Bruno e Marie Borie (Ducru Beaucaillou, 399e) ; la famiglia di Boüard (Angélus, 409e) ; la famiglia Manoncourt (Figeac, 416e) ; o Philippe Castéja (Borie-Manoux, 424e).


Nel 2021, Matthieu Gufflet (gruppo EPSA) ha acquistato Château Guiraud, una crescita classificata nell’AOC Sauternes.

Archivi Guillaume Bonnaud

Sulla loro scia altre famiglie, provenienti da fuori regione, si sono insediate qualche decennio fa e fanno oggi parte del panorama dei grandi vini. È, ad esempio, il caso di Philippe Austry (Château Malescasse, 174e), dei Cathiard (Smith Haut Lafitte, 431e), della famiglia Thiénot (vigneti Dourthe, 431e) o Cuvelier (Clos Fourtet, 477e).

Infine, è in fase di realizzazione un’ultima tornata di investimenti. È l’arrivo di Christian Roulleau (Château Dauzac, 150e), della famiglia Esnée (Château Garraud, 228e), di Matthieu Gufflet (Château Guiraud, 228e), di Patrick Teycheney (Vignobles Jade, 279e) o Pierre Rousseau (Laffitte Carcasset, 416e),

Benefici fiscali

Oltre all’interesse per il vino, questi arrivi talvolta beneficiano di due vantaggi fiscali. Innanzitutto quello del trasferimento-contributo. Il suo principio è semplice: rinviare la tassazione della plusvalenza registrata in seguito alla rivendita della vostra azienda. Se, ad esempio, un uomo d’affari vende per dieci milioni un’azienda acquisita due milioni di anni prima, questa plusvalenza di otto milioni viene tassata seriamente (nell’ordine del 35%, a seconda dei casi).

Se invece il denaro recuperato viene reinvestito (almeno il 60% dell’importo), entro due anni, in un’altra attività professionale, il pagamento dell’imposta verrà differito. L’imprenditore avrà così più libertà finanziaria per utilizzare il suo capitale e potrà fare meno ricorso al debito.

Un altro interesse va ricercato nel patto Dutreil, intitolato a un ex ministro (testo del 2003). Il suo obiettivo è perpetuare i trasferimenti d’impresa. Le imposte di successione sono esenti fino al 75%. I figli devono mantenere la proprietà per almeno quattro anni, il che non è molto complicato in materia vitivinicola, poiché questo tipo di investimento richiede un impegno a lungo termine.

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