COPERTURA PRE-CAMPAGNA, TUTTI FUORILEGGE!

COPERTURA PRE-CAMPAGNA, TUTTI FUORILEGGE!
COPERTURA PRE-CAMPAGNA, TUTTI FUORILEGGE!
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Politici, giornalisti e autorità amministrative violano o sono complici di violazioni totali della legge elettorale, sotto lo sguardo passivo del Consiglio nazionale di regolamentazione dell’audiovisivo.

Come se avessero sparso la voce, questa volta nessun stakeholder fa – nemmeno uno sforzo – di rispettare le norme sulla copertura mediatica del periodo pre-campagna che precede le elezioni legislative del 17 novembre 2024. Tuttavia, la legge elettorale è molto chiaro. “Nei trenta giorni che precedono l’apertura ufficiale della campagna elettorale è vietata qualsiasi propaganda mascherata, sostenuta dai media nazionali pubblici e privati”, prevede la legge elettorale.

Da detto testo risulta che per atto di propaganda dissimulata deve intendersi “qualsiasi manifestazione o dichiarazione pubblica di sostegno ad un candidato o ad un partito politico o ad una coalizione di partiti politici fatta direttamente o indirettamente da qualsiasi persona o associazione o gruppo di persone qualunque sia la loro qualità, natura o carattere. La legge non si limita a questo. Si equipara «alla propaganda dissimulata ovvero alle campagne, visite e tournée di carattere economico, sociale o comunque qualificato, effettuate da tutte le autorità statali sul territorio nazionale e che danno luogo a siffatte manifestazioni o dichiarazioni».

Incaricato di garantire il rigoroso rispetto di queste norme, il Consiglio nazionale di regolamentazione dell’audiovisivo (CNRA) ha costantemente lanciato avvertimenti ogni giorno prima delle elezioni. Anno dopo anno, alcuni professionisti hanno cercato di adeguarsi, anche se la rilevanza della disposizione è sempre stata fortemente messa in discussione. In un comunicato stampa del 19 settembre, l’organismo di regolamentazione, sotto la presidenza di Babacar Diagne, ha sacrificato questa tradizione, richiamando le prescrizioni legislative. Attraverso questo comunicato stampa, il poliziotto dei media ha precisato che la pre-campagna per le elezioni legislative del 17 novembre si estende da venerdì 27 settembre a mezzanotte a sabato 26 ottobre a mezzanotte. Successivamente avrà inizio la campagna durante la quale i candidati potranno svolgere la propria attività liberamente, coperta dai media e nel rispetto dei principi di equità ed equilibrio.

Ma cosa succede se questa regola viene violata? Il Codice elettorale prevede che ”in caso di violazione di questo divieto, l’organismo responsabile della regolamentazione dei media deve proporre forme adeguate di riparazione a beneficio di qualsiasi candidato, partito politico o coalizione di partiti politici lesi. Quest’ultimo può presentare un reclamo direttamente all’organismo di regolamentazione dei media in caso di violazione di questo divieto. In altre parole, i candidati che lo desiderano possono, in linea di principio, esigere da tutti i media che superano queste norme, la riparazione di questo squilibrio nel trattamento dei diversi protagonisti.

In passato la CNRA non ha esitato a diramare comunicati stampa per ricordare a tutti la necessità di attenersi al suddetto codice. “Tali azioni, che espongono i media interessati alle sanzioni previste dalla normativa, non possono essere tollerate”, ha dichiarato ai media recalcitranti durante le ultime elezioni presidenziali. Per le elezioni attuali si tratta piuttosto di una totale disattenzione. Ogni media fa quello che vuole, senza preoccuparsi di questo divieto che, in passato, pendeva come una spada di Damocle sulle teste dei puristi. Anche se, va chiarito, alcuni anticonformisti hanno sempre messo in dubbio la rilevanza di una simile disposizione.

Ma cosa possiamo dire dei partiti politici che generalmente elaborano testi che sono sicuri di non poter rispettare?

Secondo molti esperti, infatti, in questo periodo pre-campagna ciò che è proibito non è il fatto di organizzare attività politiche, ma piuttosto l’uso dei media per garantire la propaganda. Solo che tutti gli attori politici fanno appello ai media e sono quindi complici di tali violazioni. Tuttavia, questi testi sono spesso il risultato di un ampio consenso tra le parti interessate.

Durante le elezioni precedenti, alcune autorità amministrative, sulla base di un’interpretazione estensiva della legge, non hanno esitato a vietare alcune attività di propaganda. Sembravano però stigmatizzare i partiti di opposizione che non potevano svolgere le loro attività sul territorio, in un momento in cui l’ex partito al potere poteva svolgerle senza essere disturbato. Le stesse autorità oggi tacciono sulle violazioni totali della legge elettorale negli articoli L61 e segg.

In una dichiarazione rilasciata mercoledì 16 ottobre, ampiamente diffusa dai media, il capo della lista Pastef/Les patriotes ha incontrato i suoi attivisti in un “giga-meeting” previsto per sabato 19 alla Dakar Arena di Diamniadio. Nel frattempo, Bougane Guèye Dany della lista Samm sa Kaddu è quasi sempre in prima pagina su alcuni media e con la sua coalizione terrà oggi una conferenza stampa. Lo stesso vale per l’Alleanza per la Repubblica, membro della coalizione Takku Wallu Senegal, che incontra questo pomeriggio i media.

Va ricordato che con i cambiamenti avvenuti alla guida del Consiglio nazionale di regolamentazione dell’audiovisivo, assistiamo a una sorta di incertezza che sembra favorire il regno di questo disordine. Tuttavia, durante il suo insediamento all’inizio della settimana, il nuovo presidente della CNRA, noto per essere un giornalista irriverente e molto libero, ha insistito sul dialogo e sulla comprensione reciproca, invece che sulla sanzione.

”Non voglio fare il poliziotto dell’audiovisivo. Il mio ruolo sarà quello di incoraggiare il dialogo e la comprensione prima di qualsiasi intervento coercitivo”, ha dichiarato Mamadou Oumar Ndiaye. Secondo lui, la sanzione dovrebbe essere applicata solo come ultima risorsa, dopo aver esaurito tutti gli altri mezzi per risolvere le controversie.

Resta da vedere se questo metodo avrà successo.

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