L’Assemblea Generale esorta il Consiglio di Sicurezza a considerare “favorevolmente” la piena adesione palestinese

L’Assemblea Generale esorta il Consiglio di Sicurezza a considerare “favorevolmente” la piena adesione palestinese
L’Assemblea Generale esorta il Consiglio di Sicurezza a considerare “favorevolmente” la piena adesione palestinese
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L’Assemblea Generale ha esortato il Consiglio di Sicurezza a considerare “favorevolmente” la richiesta di piena adesione della Palestina.

Il progetto di risoluzione, co-sponsorizzato da un gruppo di paesi, riguardante lo status dello stato osservatore della Palestina presso le Nazioni Unite, ha ricevuto 143 voti a favore, 9 contrari e 25 astensioni.

Questa risoluzione fa seguito al veto degli Stati Uniti nel Consiglio di Sicurezza del 18 aprile, che ha bloccato l’ammissione della Palestina come Stato membro a pieno titolo delle Nazioni Unite. Questo progetto di risoluzione, presentato dall’Algeria, membro non permanente, ha ottenuto dodici voti favorevoli, mentre la Svizzera e il Regno Unito si sono astenuti.

Lo status della Palestina all’ONU

Il testo adottato dall’Assemblea Generale composta da 193 membri, dove nessuna nazione ha potere di veto, “raccomanda” al Consiglio di Sicurezza di riconsiderare favorevolmente la questione dell’adesione dei palestinesi, in conformità con l’articolo 4 della Carta delle Nazioni Unite sull’adesione e con il parere consultivo emesso dalla Corte internazionale di giustizia (ICJ) nel 1948.

Il testo comprende anche un allegato che, in via eccezionale e senza creare un precedente, elenca i cambiamenti significativi allo status dello Stato di Palestina durante gli incontri e le conferenze dell’Assemblea Generale, compreso il suo ordine nell’elenco dei relatori e la disposizione dei posti.

Queste misure non hanno solo un’importanza simbolica, ma segnalano un cambiamento nel peso diplomatico della Palestina all’interno dell’intero sistema delle Nazioni Unite.

Il testo rileva inoltre che, in quanto Stato osservatore, la Palestina non ha il diritto di voto nell’Assemblea Generale o di presentare la propria candidatura agli organismi delle Nazioni Unite come il Consiglio di Sicurezza o il Consiglio Economico e Sociale.

Nessuno dei miglioramenti allo status della Palestina nell’Assemblea Generale entrerà in vigore prima dell’apertura della nuova sessione dell’Assemblea il 10 settembre.

Ecco alcuni dei cambiamenti di status che la Palestina riceverà entro la fine dell’anno:

  • Siediti tra gli Stati membri in ordine alfabetico;
  • Fare dichiarazioni a nome di un gruppo;
  • Presentare proposte ed emendamenti e presentarli;
  • Proposte ed emendamenti del co-sponsor, anche per conto di un gruppo;
  • Proporre argomenti da inserire nell’ordine del giorno provvisorio delle parti ordinarie o straordinarie e il diritto di chiedere l’iscrizione di argomenti supplementari o aggiuntivi all’ordine del giorno delle parti ordinarie o straordinarie;
  • Diritto dei membri della delegazione dello Stato di Palestina ad essere eletti membri dell’ufficio di presidenza della plenaria e delle principali commissioni dell’Assemblea Generale;
  • Partecipazione piena ed effettiva alle conferenze delle Nazioni Unite e alle conferenze e agli incontri internazionali convocati sotto gli auspici dell’Assemblea Generale o, se del caso, sotto gli auspici di altri organi delle Nazioni Unite.

In seguito all’adozione di questa risoluzione da parte dell’Assemblea Generale, l’intera questione dello status della Palestina tornerà al Consiglio di Sicurezza per un ulteriore esame, dove ogni sforzo per ottenere la piena adesione rischia di essere nuovamente bloccato dal membro permanente, gli Stati Uniti.

La Palestina attualmente ha lo status di stato osservatore presso le Nazioni Unite.

Raggiungere un cessate il fuoco

Prima del voto, dal podio della Sala delle Assemblee, il presidente dell’Assemblea Generale Dennis Francis ha osservato che la crisi israelo-palestinese è stata la prima crisi affrontata dall’organizzazione mondiale al momento della sua fondazione.

Da allora la pace è rimasta sfuggente. Oggi una situazione insostenibile si sta deteriorando “a un ritmo allarmante”, ha detto ai delegati.

Francis ha esortato la comunità internazionale a non distogliere lo sguardo dalla terribile situazione che si è sviluppata dopo gli attacchi terroristici del 7 ottobre e la devastazione causata dall’operazione militare israeliana a Gaza che ne è seguita.

Ha invitato le parti in conflitto, sostenute dalle nazioni con influenza, a raggiungere urgentemente un accordo su un cessate il fuoco per porre fine alle sofferenze di innumerevoli persone e garantire il rilascio di tutti gli ostaggi.

Decima sessione straordinaria d’emergenza

La riunione dell’Assemblea Generale è la continuazione della decima sessione speciale di emergenza, che si è riunita l’ultima volta il 12 dicembre 2023, nel contesto del peggioramento della crisi a Gaza.

In questa riunione, in una risoluzione adottata a stragrande maggioranza, l’Assemblea ha chiesto un cessate il fuoco umanitario immediato, nonché il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi.

L’Assemblea ha inoltre deciso di aggiornare temporaneamente la sessione e ha autorizzato il Presidente dell’Assemblea Generale a riprendere la riunione su richiesta degli Stati membri.

La decima sessione speciale di emergenza si riunì per la prima volta nell’aprile 1997, su richiesta del Qatar. Ciò ha fatto seguito a una serie di riunioni del Consiglio di Sicurezza e dell’Assemblea Generale riguardanti la decisione israeliana di costruire un grande progetto di edilizia residenziale in un’area di Gerusalemme Est.

Leggi il riassunto completo della sessione dell’Assemblea Generale qui

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