Ucraina e tensioni commerciali al centro dei temi della visita

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Emmanuel Macron e il presidente cinese Xi Jinping durante una conferenza stampa presso la Grande Sala del Popolo, a Pechino, il 6 aprile 2023. JEAN-CLAUDE COUTAUSSE PER “IL MONDO”

Xi Jinping non ha mai visitato Kiev e sembra non avere intenzione di farlo. La guerra in Ucraina dovrebbe tuttavia dominare il tour che il presidente cinese si appresta a compiere in Europa, mentre il conflitto si impantana, ventisei mesi dopo l’invasione russa. Il leader comunista è arrivato domenica 5 maggio nel pomeriggio in Francia, dove dovrebbe rimanere due giorni prima di partire per Serbia e Ungheria.

Accolto all’aeroporto di Orly dal primo ministro Gabriel Attal, Xi Jinping sarà ricevuto ufficialmente lunedì mattina all’Eliseo dal presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, per una serie di interviste e una cerimonia ufficiale agli Invalides. Successivamente si terrà una cena di Stato per commemorare i 60 anni di relazioni tra la Francia e la Repubblica popolare cinese. Il giorno dopo, le coppie Macron e Xi partiranno per gli Alti Pirenei, il dipartimento dove visse un antenato del Capo dello Stato, per una tappa in quota al Col du Tourmalet, presentata dall’Eliseo come “una sequenza personale, con le rispettive mogli, per creare il quadro per uno scambio franco e amichevole”.

Nell’aprile 2023, la Cina ha organizzato una sequenza simile a quella di Emmanuel Macron, a Canton (Guangzhou), con una cerimonia del tè nell’ex residenza del padre di Xi Jinping, che era governatore della provincia del Guangdong.

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A lungo incerto, il programma del viaggio è stato negoziato duramente: se l’Eliseo lo riconoscerà “non avere il controllo dell’agenda” del suo paese ospitante, Parigi è soddisfatta di costituire la prima tappa del suo viaggio, che afferma la sua preminenza su Belgrado e Budapest, entrambe vicine alla Russia e aperte all’influenza cinese nel continente.

L’arrivo del numero uno cinese martedì sera in Serbia coinciderà con il 25e anniversario del bombardamento Nato dell’ambasciata cinese a Belgrado nel 1999. Un vero e proprio simbolo per un leader desideroso, come Vladimir Putin, di sfidare l’Alleanza Atlantica e la presunta egemonia degli Stati Uniti.

“Sviluppare la posizione russa”

“Oggi non è nell’interesse della Cina avere una Russia che destabilizza l’ordine internazionale (…) È quindi necessario lavorare con [elle] costruire la pace»vuole credere Emmanuel Macron, che lo ha detto in un’intervista al settimanale L’economista pubblicato giovedì 2 maggio. Riguarda “chiedere alla Cina di usare le sue leve per cambiare la posizione russa”dicono all’Eliseo, senza farsi troppe illusioni sulla posizione cinese in un momento in cui la guerra si impantana, o rischia addirittura di volgere a vantaggio del Cremlino.

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