[PEOPLE] Abou Sangare, attore dell’OQTF e star dei nuovi media

[PEOPLE] Abou Sangare, attore dell’OQTF e star dei nuovi media
[PEOPLE] Abou Sangare, attore dell’OQTF e star dei nuovi media
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Una favola come quella che ama la sinistra. Alcuni mesi fa, Abou Sangare era solo un guineano clandestino di 23 anni che lavorava illegalmente come riparatore in un garage ad Amiens. Ed eccolo oggi a posare davanti all’obiettivo dei fotografi e a condurre interviste negli studi imbottiti più belli della capitale. C’è da dire che nel frattempo ha ottenuto il ruolo da protagonista in un film, La storia di Souleymane. Questo lungometraggio di Boris Lojkine è stato presentato lo scorso maggio al Festival di Cannes, nella sezione Un certo sguardoe ha spostato l’intera Croisette. Presente sul posto, la rivista Telerama ha fatto eco a questo trionfo di Cannes, accolto da una lunga standing ovation e dal Premio come miglior attore per il giovane Abou: “È stato in lacrime, e con le mani in fiamme per gli applausi, che molti partecipanti al festival hanno accolto questa crudele odissea di un fattorino guineano privo di documenti”ha riferito il settimanale televisivo della sinistra sociale.

Reclutato durante un casting selvaggio, Abou Sangare interpreta un personaggio molto vicino al suo. Stessa origine guineana, stessa clandestinità, stessa “lotta” contro le autorità francesi e la polizia. Un profilo ormai consueto nelle produzioni francesi ma di cui la stampa non sembra stancarsi. Un film “necessario”una storia che “prende nelle viscere”una testimonianza “sconvolgente”ci viene detto.

La nuova stella del servizio pubblico

Venerdì scorso, l’attore in erba è stato ospite dello show C per te. Ne approfitta per pubblicizzare il suo film, ma anche e soprattutto per denunciare le sue terribili condizioni di vita in Francia. Perché Abou sembra essere soggetto a un OQTF. Le sue tre richieste di regolarizzazione sono state esaminate, poi respinte, e ora la sua presenza sul nostro territorio non è più desiderata. Ovviamente è bastato questo perché il servizio pubblico intervenisse in sua difesa. “La tua storia è un’odissea per arrivare in Francia, dove alcune mani sono tese e molte si chiudonolamentava Anne-Elisabeth Lemoine, Sei felice che questo film faccia luce sulla tua vita quotidiana ma anche su quella di tanti immigrati privi di documenti in Francia”. E l’attore è scoppiato in lacrime di fronte a tanta empatia: “Piango perché è una cosa che mi fa soffrire molto anche se sono stato sostenuto da alcune associazioni. »

Lunedì è toccato a France Inter ospitare il coraggioso Abou. Lo stesso tono vittimistico è stato utilizzato dalla giornalista-attivista Sonia Devillers. “Anche l’attore Abou Sangaré lotta per ottenere i documenti”cominciò, con la voce già rotta dall’emozione. L’intervista ci ha comunque insegnato una cosa: il compenso ricevuto dal migrante guineano gli ha permesso di saldare il suo debito con i trafficanti. “Mi ha permesso di pagare il viaggio per arrivare qui”ha ammesso. Siamo lieti, ma è davvero compito della nostra radiodiffusione pubblica promuovere l’immigrazione clandestina e il mancato rispetto degli OQTF in prima serata? Ricordiamo che in Francia l’istigazione a commettere un reato è punibile con 5 anni di reclusione e con una multa di 45.000 euro.

Una ripresa spudorata

Ma queste considerazioni contano poco per le belle anime della sinistra che vedono in ogni percorso personale una storia da romanticizzare eccessivamente e sfruttare al limite. Questa ripresa politica è diventata essenziale anche per loro in un momento in cui si accumulano le vittime dell’OQTF e le drammatiche conseguenze della loro mancata esecuzione. “Questo film non poteva uscire nelle sale in un momento miglioresi rallegra apertamente Pubblicazioneben consapevole che l’immagine pubblica dell’OQTF è stata alquanto offuscata dai massacri di Philippine, Lola e Berthe. Incredibile affronto all’attualità politica francese mentre l’estrema destra fomenta la fantasia di una sommersione migratoria, e anche il ministro degli Interni Bruno Retailleau esagera”.

Per la sinistra, questo film è davvero una magnifica occasione per dimenticare le vittime dell’immigrazione clandestina. È anche l’occasione perfetta per fare campagna per la regolarizzazione degli immigrati clandestini, ribattezzata “senza documenti”. Perché se l’attore Abou Sangare può ormai contare sulla complicità di un avvocato specializzato in diritti degli stranieri pagato dalla produzione del film, i suoi coetanei non sono tutti così fortunati. “Quanti immigrati privi di documenti integrati nella società, cioè con un lavoro e una famiglia, vivono quotidianamente con la minaccia di espulsione?denuncia ancora Pubblicazione. Regolarizzare chi lavora sarebbe già un primo passo. »

Ovviamente. Tanto peggio per le Filippine e i Lola.

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