L’associazione vodese, con ambizioni nazionali, “Bottleback” si occupa della questione dell’impatto ecologico della viticoltura. Procedono i test della loro bottiglia, lavabile decine di volte. L’arrivo sul mercato è previsto per il 2025.
Martedì invece è stata indirizzata una petizione alle autorità vodesi per salvare Vétropack, l’ultima vetreria del Paese minacciata di chiusura, in Svizzera si stanno sviluppando diversi progetti di vetro riutilizzabile. Un’idea che piace anche al mondo del vino.
Martedì è nata un’associazione con il progetto delle bottiglie di vino riutilizzabili “Bottleback”, che conta una ventina di membri. Su La Matinale, una delle fondatrici del progetto, Catherine Cruchon, spiega che i produttori che partecipano al progetto “si uniscono per utilizzare la stessa bottiglia”, in modo che possa essere lavata e rimessa sul mercato. Secondo lei, “lavare una bottiglia riduce il suo impatto di carbonio dell’85%”.
Diversi viticoltori stanno attualmente testando il modello. E Catherine Cruchon pensa già in grande: “Più saremo, più sarà efficace ed efficiente. Il passo che sarà più cruciale è riuscire ad avere sul mercato un numero di bottiglie sufficientemente ampio da permetterci per giustificare la presenza di punti di raccolta nei centri di riciclaggio.” Fino ad allora, i clienti potranno restituire le bottiglie vuote direttamente all’enologo.
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Nessun compromesso sull’etichetta
Chi dice che una bottiglia unica non significa necessariamente perdita di identità visiva. Ogni zona potrà continuare a distinguersi dalle altre con la sua etichetta, anche se probabilmente bisognerà abbandonare certi artifici affinché il piccolo rettangolo di carta si lavi adeguatamente nel lavaggio.
Il consumatore dovrà tollerare una piccola differenza visiva, come spiega Catherine Cruchon: “Le bottiglie saranno un po’ graffiate nel tempo, perché saranno state lavate forse cinquanta volte”.
Il vetro utilizzato da Bottleback è attualmente prodotto in Svizzera, presso Vétropack. Se l’azienda vodese dovesse chiudere, la bottiglia dovrebbe essere prodotta all’estero. “D’altra parte, verrà lavato in Svizzera”, assicura Catherine Cruchon.
L’arrivo sul mercato della loro bottiglia riutilizzabile è previsto per l’inizio del 2025.
Soggetto radiofonico: Camille Besse
Adattamento web: fatto