Un romanzo balzaciano su una donna scandalosa degli anni ’20

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Un romanzo balzaciano su una donna “scandalosa” degli anni ’20

Inserito oggi alle 13:46

Tra le opere che ha letto o riletto, il romanziere franco-svizzero Colin Thibert, il cui vero nome è Léon Noël, non cita un solo libro di Honoré de Balzac alla fine del suo romanzo. Tuttavia, il suo ultimo romanzo, “Una stagione a Montparnasse”, è balzaciano in più di un modo. Giudicate voi stessi: la storia è quella di Gabrielle Bertholon, figlia di una famiglia di lavoratori della seta di Lione, che gode dei piaceri della capitale, lontana dalle convenzioni borghesi provinciali e si propone di diventare pittrice.

Questa Lucien de Rubempré al femminile sperimenta un’ascesa, una caduta e una resurrezione. Con lei, l’autrice dipinge il ritratto di una donna libera, che scopre la sua propensione all’amore omosessuale, affronta la differenza di estrazione sociale amando Marcelle, di origini modeste e volutamente ribelle. Molto balzachiano, ancora una volta. Colin Thibert tratteggia accuratamente alcuni dei personaggi di questa Commedia Umana, risparmiando al lettore le lunghe descrizioni dell’autore di Lost Illusions.

Una ricerca di famiglia a Neuchâtel

La portinaia Madame Ernest, l’abate Migeaud, il consigliere dei fratelli Bertholon, il notaio, il maestro di disegno, il detective, gli ammiratori della bellezza: questo Areopago è, come Balzac, ossessionato dalla moralità e dalla trasgressione, interessato al denaro e talvolta alle vittime della loro avidità (il crollo del 1929), ambiziosi e ostacolati dalle loro origini o di mentalità ristretta.

Nato a Neuchâtel, l’autore ha trovato materiale per il suo romanzo concentrandosi sul nonno materno, direttore del manicomio di Préfargier (cantone di Neuchâtel) negli anni ’20, proprio quelli del libro. Pensò anche alla sorella minore dello psichiatra, rimasta zitella, come si diceva allora. Tuttavia, una parte del libro è ambientata in una casa di cura nel cantone di Neuchâtel, che dovrebbe curare Gabrielle dal suo safismo.

Dipinto di morale, di Montparnasse negli anni ’20 e di incursioni in Svizzera, intrighi con colpi di scena riguardanti il ​​destino della donna scandalosa, “Una stagione a Montparnasse” si legge con piacere, mescolando un tema contemporaneo con una scrittura piuttosto classica che si lascia per alcune deviazioni linguistiche più contemporanee.

“Una stagione a Montparnasse”, Colin Thibert, ed. Eloisa d’Ormesson, 269 p. Marzo 2024, dal 27 p. da 99 a 31 franchi 10.

Olivier Bot è vicedirettore capo dal 2017, responsabile della sezione Mondo dal 2011 al 2017. Premio della stampa Alexandre de Varennes. Autore di “Cerca e indaga con Internet” presso Presses universitaire de Grenoble.Più informazioni

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