Basket: Olimpiadi di Friburgo veloci ma non euforiche

Basket: Olimpiadi di Friburgo veloci ma non euforiche
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Il favorito friburghese ha preso alla gola i Leoni di Ginevra e ha vinto l’Atto I delle semifinali play-off della SB League 95-61. La seconda partita si svolgerà già martedì, sempre alla sala Saint-Léonard. Vigilanza.

Il friborghese Cheikh Sane litiga con i ginevrini Boris Mbala (a sinistra) e Matthew Dentlinger (a destra). ©Jean-Baptiste Morel

Il friborghese Cheikh Sane litiga con i ginevrini Boris Mbala (a sinistra) e Matthew Dentlinger (a destra). ©Jean-Baptiste Morel

Pubblicato il 14/04/2024

Tempo di lettura stimato: 5 minuti

“Abbiamo fatto l’inizio che volevamo, l’inizio del sogno. Ora ci concentreremo sul “gioco” 2.” Lontano dalla dolce euforia che ha avvolto sabato i 1.326 spettatori della sala Saint-Léonard, Thibaut Petit guardava già al resto della serie.

Vincitore per 95-61 dei Leoni di Ginevra presi per la gola e colpiti dal raffreddore, il “suo” Olimpico è entrato perfettamente nella semifinale play-off della SB League, in programma al meglio dei cinque set. Forse ha anche messo un brutto colpo alle spalle del re degli animali, uscito frastornato da un primo quarto perso 28-7. Ma il tecnico belga ha vissuto troppo per fermarsi ad una sola partita, anche a senso unico. “Sappiamo come battere il Ginevra, ma attenzione! Martedì sarà una storia diversa. Il nostro avversario ha tanti giocatori che hanno vinto trofei e che sanno come reagire in questo tipo di situazione”, avverte.

Un martello gigante

“Questo tipo di situazione?” Immaginate un martello gigante che cade dall’alto e fracassa una testa dopo l’altra, tutta Ginevra. “Sconvolti”, per usare l’espressione usata dal loro capitano Noé Anabir, gli ospiti hanno concesso 15 punti prima di reagire, ma solo di poco. 15-0 dopo cinque minuti: incredibile ma vero!

“La nostra apatia è inaccettabile”
Noè Anabir

“Inaspettato”, azzarda Thibaut Petit, che considerava i Lions tanto più pericolosi in quanto contavano su un successo tanto grande quanto liberatorio contro Monthey, due giorni prima. “Sono tutti buoni giocatori, facili da usare”, ricorda Natan Jurkovitz, il capitano del Friburgo. Se li avessimo lasciati tirare avrebbero potuto cavalcare l’onda della qualificazione in gara 5 dei quarti di finale, e noi non volevamo questo. Motivo per cui era davvero necessario “ucciderli” in partenza. Successivamente ci siamo spiegati e non hanno trovato alcuna soluzione”.

Parziale 11-0

Uno era pronto, l’altro no. Ma come spiega l’altro la sua falsa partenza? “Una mancanza di energia. Forse eravamo troppo contenti di aver battuto Monthey di 30 punti, non lo so. Una cosa è certa: il Friburgo è entrato con un’intensità maggiore della nostra e, in un incontro importante come questo, la nostra apatia è inaccettabile”, brontola Noé Anabir, che era il meno cattivo dei rossi a Mané. Non è forse anche grazie a lui se i protetti di Dragan Andrejevic, allenatore la cui voce ancora porta, non sappiamo, negli spogliatoi, sono riusciti a siglare un parziale di 11-0 e ad essere a sole 13 lunghezze di distacco (14e 31-18)?

A proposito di atteggiamento, quello di Xavier Green è stato impeccabile. L’esterno olimpico ha ricevuto abbastanza critiche da non ignorare le sue buone prestazioni. Autore dei primi sei punti del match, l’indolente ma incisivo americano ha messo in orbita i compagni. “A volte tende a nascondersi dietro la capolista, ma Xavier è un supergiocatore, con qualità eccezionali. Spero che continui così”, dice Natan Jurkovitz.

Firmato Kazadi!

Più che su Xavier Green, l’Olympic si è affidato alla versatilità di Jonathan Kazadi, di gran lunga il miglior “sesto uomo” del campionato. Una lussuria. Non contento di aver accumulato 9 punti in 5 minuti durante la sua prima visita, il leader bernese ha smorzato le ultime speranze del Ginevra, se ce n’erano, all’inizio del secondo tempo, quando ha segnato tre canestri consecutivi, di cui due dalla distanza (23e 56-33).

“Jo (Kazadi) può giocare nelle posizioni 1, 2 e 3, è molto completo. Ne abbiamo discusso insieme: volevo che mi portasse in modo un po’ più offensivo. Non possiamo dire che il messaggio non sia stato ricevuto”, scherza Thibaut Petit, accennando un sorriso. L’ultima di una serata pazzesca che ne chiede altri, a patto di restare seri in difesa, come ha saputo essere l’Olympic. «Ginevra è piena di individui eccezionali a cui basta solo un po’ di spazio per ritrovare fiducia», avverte Natan Jurkovitz, che aggiunge: «Ma non contate su di noi per dare loro quel piccolo spazio…».

Friburgo Olimpico – Ginevra Lions 95-61

(28-7 20-24 20-10 27-20). Saint-Léonard: 1326 spettatori. Arbitri: Michaelides, Papaioannou e Hohler. Note: entrambe le squadre completano. Falli: 21 contro entrambe le squadre. Tecnica della panca di Friburgo (27e). Palle perse: 12 dall’Olympic di Friburgo, 18 dai Leoni di Ginevra.

Passo dopo passo

mossa del poker Roberto Kovac è tornato. Dopo aver subito un intervento chirurgico al ginocchio a novembre, il giocatore olimpico ha festeggiato il suo “ritorno” fisico il 24 marzo a Birsfelden, durante l’ultima giornata della stagione regolare. Sabato il No 24 Friburgo si è mostrato per quello che è veramente: accattivante e provocatorio, sempre pronto ad agitare il pugno e a tentare la fortuna da lontano. L’uomo non è riuscito a trovare il suo indirizzo precedente (1 su 5 in tre punti)? È vero. Il suo più/meno (6) è uno dei peggiori della sua squadra? È anche vero. Ma Roberto Kovac, 33 anni, è pieno di voglia e non c’è dubbio che la sua mentalità vincente tornerà presto molto utile, se non lo è già.

Uno sguardo Parliamo di 3×3. Giocato a Hong Kong, si è svolto il primo torneo di qualificazione per le Olimpiadi di Parigi. Rappresentata da Marco Lehmann, Gilles Martin, Westher Molteni e Jonathan Dubas, la squadra svizzera ha ottenuto due successi sabato contro l’Austria e il paese ospitante, ma ha mancato un canestro per continuare il suo viaggio oltre la fase a gironi. Un 2e e l’ultima possibilità le sarà offerta dal 16 al 19 maggio a Debrecen. Con Jonathan Kazadi e/o Natan Jurkovitz? “Se la fine della stagione 5×5 è stata anticipata è per permettere ai giocatori olimpici di Friburgo di essere a disposizione”, ricorda “Jurko”. Ovviamente spero di esserci, ma la scelta non spetta a me”.

Tripletta A 37 anni, Dusan Mladjan è più vicino alla fine della sua carriera che all’inizio, è un eufemismo, ma rimane un elemento indispensabile per la sua squadra. Autore di 19 punti in 5 su 12 tiri, il cecchino di Massagno è stato uno dei grandi artefici della vittoria ticinese per 93-72 contro l’Union Neuchâtel sabato durante l’Atto I della seconda semifinale. A prova che l’esperienza è ovviamente essenziale nei play-off, la SAM ha potuto comunque contare sui 17 punti, 13 rimbalzi e 6 assist del suo veterano pivot, l’americano Keith Clanton (33 anni). Olimpico da una parte, Massagno dall’altra: i favoriti tengono il posto. A priori saranno difficili da rimuovere.

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