Da Rihanna a Kardashian, Nadia Lee Cohen perverte le star

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immagini: getty, nadia lee cohen, montaggio: watson

Rihanna come suora sessuale? È lei. Katy Perry casalinga scarmigliata o con il sedere scoperto davanti alla bandiera americana? Anche, pure. Ritratto di un fotografo inglese di 31 anni, selvaggio e misterioso, che trasforma la ninfetta di Hollywood e la borghesia texana in una creatura dalla bellezza demenziale e molto scomoda.

Altro “Intrattenimento”

Nel mondo un po’ martellante di Nadia Lee Cohen, tre imperativi: i colori sono accesi, il flash è ostinato e il disagio è al limite del sopportabile. Nella sua ciotola, le donne. Non sempre, ma la maggior parte delle volte. Le ama, queste donne. Ma con un amore improprio, come se si glassassero i ravioli in scatola con lo champagne.

Senza storie né vergogna.

Dall’operaio stanco alla sirena delle colline di Hollywood, questa artista, fotografa e regista perverte i suoi modelli, per ridurli a cose piccole, inespressive, disumane, spaventose. Mostri scollegati ma instabili, sfruttati ma volenterosi, che raccontano l’America così come questa trentunenne inglese l’ha digerita fin dall’adolescenza, “tra euforia e disgusto”.

“Le mie immagini rappresentano un paese che non esiste. Una finzione. Una sorta di era inventata in cui le donne sarebbero l’unica specie e sfuggirebbero a tutta la politica attuale.

Nadia Lee Cohen

Siamo onesti con te: non conoscevamo Nadia Lee Cohen prima che trasformasse Rihanna in una suora libidinosa, bocca a ventaglio, plesso solare sudato e ombretto da benzinaio. Una copertina di una rivista Colloquio presentato questa settimana con grande clamore, che non ha lasciato nessuno indifferente.

Ma non cercare una spiegazione o alcun significato. Nadia non ha mai un “messaggio” da dirci e ci lascia accontentare dei piccoli e lussureggianti incubi che sviscera davanti ai nostri occhi, con la cura di una sarta ossessiva.

Rihanna sciocca con questa copertina di una rivista

Donne potenti, grandi, vestite, gocciolanti, esagerate. Cadaveri travestiti da torte di compleanno. Se le spazzolature sembrano funghi atomici e le unghie finte sono più lunghe delle gonne, è per “celebrare meglio i corpi” e sfatare il cinismo di una Los Angeles che rigurgita con uno strano rispetto.

“Sono magneticamente attratto dagli Stati Uniti. È l’unico posto che mi stimola e allo stesso tempo mi respinge nel modo più affascinante.”

Nadia Lee Cohen

Così, quando le star di questa Hollywood troppo regolamentata vengono a cercare Nadia Lee Cohen, è per offrirsi interamente all’irriverente inglese. In soli sei anni, per l’album siamo stati trattati con Julianne Moore come uno spaventapasseri dei quartieri alti e Beyoncé come una cowgirl RinascimentoLana Del Rey nei panni di una sposa scarmigliata, A$AP Rocky pazzo nel video musicale Babushka BoiPamela Anderson assassinata per il bene di un assurdo film horror, Katy Perry nei panni di una casalinga ubriaca.

E poi, ovviamente, c’era Kim Kardashian.

Kim Kardashian di Nadia Lee Cohen, per illustrare il suo marchio di abbigliamento Skims.

Kim Kardashian di Nadia Lee Cohen, per illustrare il suo marchio di abbigliamento Skims.

Ed è da un po’ che Kim K. non ne ha mai abbastanza dello strano fidanzato di Nadia Lee Cohen. Vintage per la sua etichetta Skims, irriconoscibile per il CR Fashion Book, chiappe all’aria per celebrare laSogno americano nella rivista Colloquiola donna d’affari sa come interpretare la musa e mostrare un sorprendente lasciarsi andare.

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Ogni volta, questo permesso raro e rinfrescante danneggia le icone. Trasformare le loro piccole debolezze in un dono del cielo, perché ama “rivelare le stranezze ed evidenziare i difetti”. C’è molta indulgenza nello sguardo di Nadia. E, per le star è terapia dell’immagine, come premere un bottone di PU, in un abito da ballo, davanti allo specchio.

Gli accessori di moda, la sete di gloria, le pianure abbandonate, l’estrema femminilità, la tenera volgarità, la goffaggine del potere, l’impossibile perfezione, il narcisismo esacerbato, Nadia si ispira in definitiva a un paese senza capo né coda e congelato nell’ano palcoscenico. Un Paese che ha dato i natali a Britney Spears, Donald Trump, ai barbecue e alla crisi dei mutui subprime. Lei stessa ricorda di essere stata “completamente ossessionata da Donatella Versace e Paris Hilton all’inizio degli anni 2000”. Le crediamo sulla parola.

E questo troppo colorato che ha congelato per dieci anni in una pellicola volutamente accecante, è un omaggio all’inglese, inquietante e pieno di umorismo nero.

Una finzione davvero reale. Quindi, ovviamente, i brand non hanno aspettato molto prima di scherzare con lo stile libero e saturo di Nadia Lee Cohen. Da Wrangler a Miu Miu, da Gucci ai cosmetici MACla moda si contende il talento della donna inglese, accettando di fatto di distruggere un’immagine, per la durata di una campagna senza eguali.

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Incastonati nel suo cuore troviamo il cinema di Quentin Tarantino, gli autoritratti, le ciambelle, il ketchup, il “ugly glamour”, le sigarette in bocca, le fotografie di Martin Paar, i ninnoli, Cime gemellel’americano medio, le periferie degli anni Ottanta o l’“horror perfettamente rigoroso” del film Splendente.

Vent’anni fa, suo padre, di origine israeliana, “catturava vere stronzate” in “terribili stampe Kodak”. Per il sito È belloconfesserà la sua tenerezza “il pesce morto un po’ peloso, lo scopino del WC o quella disgustosa ruota di macchina” che fotografava senza un vero motivo se non quello di prestare un po’ di attenzione alla “bellezza del banale”.

Logico, per questo punk unico, che si ispira “alle persone che incontro, sia al supermercato, da McDonald’s o negli ingorghi”.

Un’America fantastica,

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