Mercoledì 27 novembre, i più grandi attori dei media si sono riuniti a Parigi per la conferenza NPA, organizzata da NPA Conseil in collaborazione con 366, La Tribune, BFM Business e Publicis Media. È in questo contesto che l’amministratore delegato di Radio France Sibyle Veil ha preso la parola per presentare la strategia del gruppo per i mesi a venire. Di fronte alla crescente concorrenza e alla frammentazione del pubblico, si è concentrata su tre pilastri: prossimità, pluralismo e podcast. Mentre la questione dell’utilità di ogni euro di spesa pubblica è sempre più sollevata, Radio France deve dimostrare la sua rilevanza e il suo ancoraggio territoriale.
Per Sibyle Veil non è più una cosa semplice “guerra di posizione”ma di a “guerra di conquista”il che implica una migliore comprensione degli usi di ciascun pubblico e una presenza rafforzata sul campo. L’obiettivo non è rinunciare a riunire un vasto pubblico, ma servirlo meglio andando “dove sono”. Ha affrontato anche la sfida del pluralismo di fronte alle critiche ricorrenti, in particolare nei confronti di France Inter, sottolineando il divario tra “percezione e realtà” contenuti trasmessi. Infine, è stata sottolineata l’importanza del podcast come nuovo spazio di influenza, sull’esempio della campagna presidenziale americana.
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Si è parlato anche della presenza di Radio France su X (ex Twitter). Sibyle Veil ha spiegato che la questione nasce dall’assenza di una certificazione contabile affidabile e dall’aumento della disinformazione. “Dobbiamo poter continuare a parlare con i 18 milioni di francesi” che sono su questo social network, ha stimato, giudicando la presenza del suo grupponecessario“. Il direttore di Radio France ha chiesto il trasferimento su altre piattaforme, pur mantenendo il dialogo con il pubblico su tutti gli spazi digitali.
Una rivoluzione della stagione: la vicinanza al centro della strategia
Radio France, in collaborazione con France Télévisions, sta creando “Ici”, una grande radio locale, TV e media digitali, con un’applicazione comune, un progetto editoriale condiviso e il lancio di un sito web. Questo progetto, che sarà finalizzato all’inizio del 2025, segna la volontà di “rivoluzione della stagione“per il servizio pubblico, affermandosi più localmente. È un “la vera convinzione che condividiamo all’interno del servizio pubblico, il fatto che abbiamo bisogno di media più vicini alla gente, media che siano in contatto con tutta la realtà del Paese“.
Pluralismo: una sfida permanente e una necessità
Al centro delle preoccupazioni c’è l’Inter, regolarmente criticata per la sua presunta mancanza di pluralismo. Sibyle Veil ha invitato ad un ascolto più attento dei contenuti del canale, invitando ad andare oltre i brevi e spesso faziosi estratti trasmessi sui social network. Ha evidenziato il divario tra “la percezione e la realtà di ciò che France Inter fa quotidianamenteUn recente studio ha rivelato 55 tipi diversi di parlanti in una determinata fascia oraria, a testimonianza di una diversità molto più grande delle apparenze.
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Per il direttore generale di Radio France il pluralismo va oltre il semplice confronto di opinioni, abbraccia la “pluralità dei centri di interesse dei francesi”. Radio France lavora per offrire contenuti diversificati in modo che ogni cittadino possa trovare ciò che sta cercando, sia “la voglia di evadere con la musica su FIP, la voglia di evadere con racconti su France Culture, la voglia di capire e conoscere France Inter”.
Il podcast, un nuovo campo di influenza
Sibyle Veil ha insistito sull’importanza dei podcast come nuovi spazi di influenza e dialogo con il pubblico. Prendendo l’esempio della campagna presidenziale statunitense, in cui Donald Trump e Kamala Harris hanno utilizzato il formato podcast per raggiungere il pubblico target, ha sottolineato la capacità del podcast di “raggiungere nuovi segmenti di pubblico e proporre loro offerte che soddisfino le loro aspettative“. Radio France, pioniera nel settore, offre un catalogo di oltre 3.500 episodi scaricati più di 100 milioni di volte.
Il podcast “al bivio“, offre un notevole potenziale creativo ma presenta anche rischi, in particolare quello della disinformazione, come osservato negli Stati Uniti. Radio France è consapevole di questa sfida e intende “reintrodurre una pluralità di voci“rispettando”i principi etici del giornalismo”.