Alcaraz conosce anche il cinese | ORM

Alcaraz conosce anche il cinese | ORM
Alcaraz conosce anche il cinese | ORM
-

GREGORIO LEONE

La Laver Cup aveva effetti terapeutici. Carlos Alcaraz Era tornato dall’America ingarbugliato tra mille dubbi. Cadde agli ottavi mentre il mondiale vedeva l’esplosione di Jannik Sinner, consolidatosi nella prima posizione della classifica. Racchetta distrutta a Cincinnati. Incidente agli US Open. Ma il tennista murciano ha trovato i suoi punti di forza dove pensava fossero i suoi punti deboli: nella sua testa. I grandi campioni si forgiano dalla psiche. Johan Cruyffuna leggenda a tutti gli effetti, lo disse con quella forza delle sue parole che servì a costruire aforismi indistruttibili, di quelli che restano scolpiti nella pietra, per sempre: “Il calcio si gioca con la testa, ma i piedi aiutano”. E Alcaraz usa il racket. Ma soprattutto la mente. Solo così avrebbe potuto uscire dal labirinto degli Stati Uniti.

Il giocatore del Palmar non ammette errori a Pechino. Non concede opzioni, né a tennisti minorenni, né ad altri di statura simile alla sua, come ad esempio Daniele Medvedev. Il russo, nonostante abbia provato a mettere in campo tutte le sue doti, con quelle passando paralleli che impongono un’elevata risposta fisica da parte del suo avversario, con colpi dannosi, ha incontrato a rottura nel momento più inaspettato, quando sembrava impossibile rompere la parità del primo set. Alcaraz aveva già realizzato due break, più efficaci sul riposo che al servizio, ma non era riuscito a confermarli. Medvedev ha frenato troppo e ha mandato la palla fuori area. Con il suo servizio, Carlitos non si è lasciato sfuggire l’occasione. Il murciano, che aveva già interagito con il pubblico, portandosi la mano all’orecchio destro, dopo un calcio, stava per riposarsi. Contento. Questa era la strada.

Carlos Alcaraz conosceva tutte le risposte. Anche quelli del resto. Lo aveva dimostrato al primo turno. E lo ha espresso anche nel secondo. Medvedev è stato subito ripreso di spalle. 23. Il Murcian ha raggiunto tutti i palloni, ed è stato aiutato anche dal nastro, che ha fatto un pallone, che ha permesso al rotturadiventato inafferrabile. Mi riposo e continuo a lavorare. L’obiettivo era più vicino. E il gioiello di Murcia la raggiunse. Medvedev non trova alcun antidoto contro di lui. Otto confronti. Sei sconfitte. Solo due sorrisi.

Carlos Alcaraz raggiunge una nuova finale. Ad un altro. Aspettatevi Sinner o il sorprendente Yunchaokete, idolo locale.

-

PREV Atos afferma che gli azionisti sostengono il piano di salvaguardia
NEXT Furgone gratuito per lo screening del cancro al seno in tournée in tutta la Lettonia / Articolo