Jean Fantini, 83 anni, riferisce di essere stato “cinto, inchiodato contro un platano e ammanettato” dopo aver rifiutato di stringere la mano al ministro. Da parte loro, le autorità indicano che si è “ribellato” alla polizia che cercava di calmarlo.
Sabato 8 luglio, nella località di Tournon-sur-Rhône in Ardèche, si è svolta l’inaugurazione della base ludica “Tournon Plage”. A partecipare in particolare è stato Olivier Dussopt, ministro del Lavoro, della zona ed ex sindaco di Annonay – dove si è fatto le ossa nel Partito socialista – a 30 chilometri di distanza. Secondo la stampa locale, sarebbe stato accolto dalle invettive di un ottuagenario, militante comunista… finito ammanettato, in Questura.
L’attivista in questione è Jean Fantini, 83 anni. Contattato da CheckNewsci ha fornito la sua versione dei fatti: “Come molte persone di Tournon, sabato sono andato all’inaugurazione di Tournon Plage. La sera prima, all’ultimo minuto, abbiamo saputo che Olivier Dussopt stava facendo il viaggio. Con una quindicina di compagni abbiamo quindi deciso di organizzarci per sfidarlo, per protestare contro la nefasta politica del governo. Sono arrivato lì per primo. Quando ho visto arrivare l’auto del Ministro, mi sono unito al gruppo che avanzava verso di lui per stringergli la mano. Mi ha consegnato il suo e io ho detto: “No signore, non sto stringendo la mano né a un traditore né a un rinnegato che fa rispettare le politiche di Macron, anche se lo stava combattendo quando ha lavorato a fianco della sinistra”.
“Come se fossi un pericoloso criminale”
L’ottantenne continua: “Da lì è intervenuta la polizia. Volevo partecipare alla manifestazione, mi hanno bloccato la strada, ho cercato di farmi strada con la forza. I gendarmi mi hanno allacciato, inchiodato contro un platano e ammanettato. Non ho capito subito chi fosse coinvolto, all’inizio pensavo fosse la squadra di Dussopt. Volevano portarmi in stazione a “parlare”. Me ne andai a sirene spiegate, straripando sugli argini, come se fossi un pericoloso criminale. Mentre non avevo pronunciato alcun insulto o gesto di violenza, verbale o fisica. Una volta alla gendarmeria, ho saputo che non c’era motivo di mettermi in custodia della polizia. Sono stato in grado di partire libero.
Una versione che non corrobora del tutto la squadra di Laurence Heydel-Grillère, il vice di Olivier Dussopt, anch’egli in movimento. Il suo addetto parlamentare, contattato da CheckNewsassicura così che Jean Fantini avrebbe lanciato insulti: “Quando è arrivato il ministro, ha cominciato sia a volerlo sfidare, a fare tante invettive, ad insultarlo in modo virulento, ad alzare il pugno in aria, e si è avvicinato un po’ troppo vicino”, lui spiega. Successivamente, secondo quanto riferito, l’attivista “discusso molto violentemente” mentre le forze dell’ordine cercavano di intervenire, al punto che“ci sono voluti quattro gendarmi per contenerlo”.
Lo stesso addetto riferisce che il suo “collega di circoscrizione”che ha accompagnato Laurence Heydel-Grillère, aveva precedentemente “vide il signor Fantini tra la folla, e sapeva che poteva essere un elemento dirompente perché aveva già espresso più volte una forte contrarietà alla politica del governo, quindi lo guardò con la coda dell’occhio”. Mentre l’ottuagenario ha sfidato Dussopt, questo collaboratore l’avrebbe fatto “voleva intervenire, prenderlo per le spalle per farlo ragionare e lui l’ha respinta in modo iper violento”. Di fronte a questo gesto, Jean Fantini risponde di no “non visto” il collaboratore.
“Non c’è stato insulto ma si è ribellato”
La prefettura, dal canto suo, giustifica questo arresto con ripetute invettive contro il ministro, che non si sarebbe fermato nonostante i tentativi di pacificazione. Ma riconosce di CheckNews che non ci fossero insulti, unendosi di fatto alla versione di Jean Fantini. Non appena Olivier Dussopt fosse arrivato sul Quai Farconnet a Tournon, l’attivista avrebbe, secondo la prefettura, “ha mostrato insistenza, in particolare sui cambiamenti politici che il ministro avrebbe potuto avere nell’ambito della riforma delle pensioni – gli ha ripetuto: “Lei è cambiato”. Non ci sono stati insulti, ma ha continuato, ribellandosi al capo di stato maggiore e alla polizia che gli chiedevano di calmarsi. L’attivista ha rovesciato una telecamera per pedoni [caméra embarquée permettant de filmer les interventions, ndlr] della Polizia Municipale».
Inoltre, la prefettura conferma che Jean Fantini “è andato libero” dopo essere stato portato alla stazione della gendarmeria per essere interrogato. Contrariamente a quanto potrebbe aver pensato in un primo momento, “sono davvero i servizi di gendarmeria e polizia municipale dell’Ardèche che hanno dominato il militante”, e non il servizio di sicurezza del ministro, conferma la prefettura.
Per quanto riguarda Olivier Dussopt, non ha assistito alla scena dell’arresto, poiché lui “ha continuato la sua visita ufficiale ai funzionari eletti locali”indica la prefettura dell’Ardèche. “Succede che il ministro venga arrestato nei suoi viaggi. Mantiene sempre la stessa linea di condotta: lascia che sia la polizia a giudicare la situazione. E “della proporzione della risposta”completa l’ufficio del Ministro del Lavoro, che “si fida completamente della gendarmeria”.
L’episodio è arrivato alle orecchie dei media locali lunedì mattina, quando un piccolo gruppo di attivisti si è riunito davanti alla permanenza del sostituto di Olivier Dussopt, nel centro di Tournon-sur-Rhône, a sostegno di Jean Fantini. Questi ultimi erano provvisti di cartelli che riportavano i messaggi “delinquente a 83 anni” O “vergognatevi”riferisce France Bleu Drôme Ardèche. “Sono venuti con pentole, mettendo cartelli e distribuendo volantini, e hanno potuto farlo liberamente”, sottolinea l’addetto parlamentare di Heydel-Grillère. Il dipendente spintonato sabato, presente nella permanenza con altre due donne, avrebbe – “per prevenzione” – “avvisato il sottoprefetto e i carabinieri, che semplicemente si sono recati lì fino alla fine del piccolo assembramento”. Secondo le nostre informazioni, “il presunto organizzatore della manifestazione non dichiarata” da allora è stato convocato al posto. Contattata per conoscere le possibili conseguenze, la procura di Privas non ha ancora risposto.