Un giorno dopo il raggruppamento Mass-Voll, il Partito Pirata ha annunciato venerdì che lancerà un referendum contro l’identità elettronica. Il partito dice “no al pericoloso passaporto svizzero digitale”. Devono essere messe in atto le necessarie misure di protezione.
La nuova identità elettronica consente l’uso improprio di dati personali sensibili. Non protegge abbastanza dal crescente numero di attacchi informatici, sostiene il Partito Pirata. La legge viola la privacy dei cittadini e mette in pericolo le libertà democratiche.
Inoltre, la parte ritiene che l’obiettivo dell’identità elettronica (e-ID) sia “discutibile”. La sua reale intenzione “resta un mistero”, si legge sul sito del referendum.
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Protezione dei dati a rischio
Vengono menzionati due usi: per le procedure amministrative e per verificare l’età nella vita quotidiana. Ma, sottolinea il Partito Pirata, esiste già un sistema di login per i siti amministrativi. E per verificare l’età è più adatta la carta d’identità tradizionale: durante il suo utilizzo non viene registrato alcun dato.
La legge sull’identità elettronica non offre reali garanzie di protezione dei dati personali. Utilizza parole chiave del linguaggio della protezione dei dati, ma ciò non garantisce nulla, secondo il partito. Grazie all’e-ID, le aziende potranno raccogliere, collegare e analizzare i dati come desiderano e creare profili di comportamento dei cittadini. Questi profili potrebbero essere utilizzati per scopi pubblicitari o di influenza politica, conclude il Partito Pirata.
ld con ats
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