Jean-Marie Le Pen avrebbe avuto un conto nascosto in Svizzera

Jean-Marie Le Pen avrebbe avuto un conto nascosto in Svizzera
Jean-Marie Le Pen avrebbe avuto un conto nascosto in Svizzera
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Le Pen avrebbe avuto un conto nascosto in Svizzera.Chiave di volta

Morto il 7 gennaio, Jean-Marie Le Pen è stato al centro di un caso giudiziario: sospettato di avere un conto nascosto in Svizzera.

07.01.2025, 16:1007.01.2025, 16:20

La giustizia francese si è interessata, negli ultimi anni, a un conto nascosto che Jean-Marie Le Pen – morto il 7 gennaio – avrebbe tenuto in Svizzera. Il maggiordomo e assistente personale del fondatore del Fronte Nazionale (FN) è sotto processo per frode fiscale e riciclaggio di denaro.

La vicenda è stata rivelata nel 2015 da Mediapart. L’unità di informazione finanziaria Tracfin e l’Alta Autorità per la trasparenza nella vita pubblica (HATVP) avevano segnalato ai tribunali la possibile esistenza di un conto bancario nascosto all’estero e appartenente al politico di estrema destra.

La villa Montretout a Saint-Cloud, vicino Parigi, residenza della famiglia Le Pen che ospita anche gli uffici del patriarca, fu perquisita nel novembre 2015 per questo caso.

Lingotti e monete d’oro

Secondo Mediapartquesto conto sarebbe legato a un trust con sede nelle Isole Vergini e il cui beneficiario sarebbe l’assistente personale di Jean-Marie Le Pen. Secondo questo rapporto, il fondo fiduciario includerebbe un conto finanziato per un importo di 2,2 milioni di euro, di cui 1,7 milioni sotto forma di lingotti e monete d’oro. Jean-Marie Le Pen ha poi negato qualsiasi coinvolgimento in un trust all’estero.

Gli stessi sospetti erano emersi nel 2016 nei “Panama Papers”. Liberazione scrive da parte sua che il trust, registrato nel 2000, è appartenuto dapprima a Georges Paschos, fratello di Jany Le Pen, fino alla sua morte nel 2008. Fu allora suo figlio, Achille Paschos, a essere il beneficiario, poi Gérald Gérin, il maggiordomo , dal 2014.

Si attende il verdetto

Il 9 dicembre, a Parigi, è stata chiesta una pena detentiva di 18 mesi con sospensione condizionale nei confronti di Gérald Gérin, nonché una multa di 230.000 euro, corrispondenti al 10% dei beni da lui presumibilmente nascosti. La sentenza è attesa per il 21 gennaio.

Il caso di Jean-Marie Le Pen e di sua moglie Jany è stato separato da quello di Gérin. Secondo Mediapart, l’operazione è sospesa in seguito al contenzioso con l’amministrazione finanziaria e ad una possibile transazione tra la direzione generale delle finanze pubbliche e la Le Pen. In caso di scarico fiscale, i tribunali non potranno prendere in considerazione l’azione penale. (sì/caspita)

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Da vent’anni i lavoratori svizzeri iscritti ai sindacati non sono sufficientemente protetti contro i licenziamenti ingiusti, ritiene il sindacato svizzero. Anche le Nazioni Unite criticano la Svizzera. Nonostante la pressione internazionale, le parti sociali non riescono a trovare un accordo.

Il tempismo non era ottimale. Poche settimane prima che l’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO) celebrasse il suo 100° anniversario, nel maggio 2019 ha inserito la Svizzera in una lista nera che riunisce quaranta paesi con i casi più preoccupanti di violazione dei diritti dei lavoratori. La Svizzera si è trovata in una brutta posizione: insieme a Grecia e Bielorussia era l’unico Paese europeo sulla lista.

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