ERimasero a terra senza muoversi, come storditi, per lunghi secondi. Sguardi selvaggi, cercando di trovare sui volti dei suoi compagni un segno, qualcosa, che potesse spiegare quello che era appena successo. Un’incredulità che si era quasi congelata in una maschera sul volto del loro capitano Clarince Djaldi-Tabdi, quando arrivò a decifrare questa totale disillusione.
Va detto che le Landes hanno perso molto in meno di un secondo (cinque decimi esatti), quando il tiro di Noémie Brochant, scattato mentre il cronometro finiva il conto alla rovescia, ha fatto tremare le reti contemporaneamente al semaforo rosso che indicava la fine della partita. si accesero i dibattiti. La partita, l’invincibilità nella loro palestra, che durava da quasi un anno di campionato e alla quale il gruppo era evidentemente legatissimo.
Una buona occasione per prendere confidenza in vista della serie di partite ad alto rischio, in Eurolega e Coupe de France in particolare, mentre retrocedono una posizione nella classifica della Women’s League. Adesso sono 5essoprannominato tra gli altri dal loro aguzzino di giornata. Quest’ultimo ha voluto cancellare definitivamente lo schiaffo inaugurale ricevuto in casa a fine settembre (61-94), e confermare una fine d’anno effettiva concretizzata da una serie di quattro vittorie. Ci sono riusciti a costo di un costante abnegazione, mentre, più di una volta, il Basket Landes ha avuto l’opportunità di decollare definitivamente.
Un accumulo di errori
“Non credo che abbiamo perso all’ultimo tiro, è l’accumulo di errori che abbiamo commesso nel secondo tempo. Abbiamo perso troppi palloni, dovevamo restare disciplinati e non lo abbiamo fatto. Ora, la squadra opposta ci ha dato dei problemi che non siamo riusciti a risolvere”, ha analizzato Clarince Djaldi-Tabdi. I Landesi hanno pagato a caro prezzo anche e soprattutto una certa mancanza di bravura, sia sui tiri da fuori (solo 5 trasformati su 21 tentativi) che in racchetta: 42,4% di successi complessivi, era troppo poco. Un fallimento illustrato, come un cattivo presagio, da un inizio di partita lento, concretizzato da un primo canestro segnato dopo più di due minuti di gioco, da Luisa Geselsöder, e da un primo quarto concluso con un piccolissimo 13-10 a favore dei i Carolo.
Il resto dell’incontro assomiglierebbe ad un elastico che si allunga e poi si ritrae, fino a rimbalzare in modo inaspettato. Il secondo quarto ha finalmente permesso alle Landes di trovare un orientamento e una parvenza di disinvoltura nel gioco e nel punteggio (32-25 all’intervallo)? Ahimè, hanno visto il loro vantaggio sciogliersi come neve al sole al ritorno dagli spogliatoi contro i Flames portati da Tiffany Clarke (due canestri in rapida successione, 39-40, 26e). L’americana, con i suoi 22 punti e il suo 26 di valutazione, avrà causato non pochi tormenti ai Montoises, che erano nuovamente avanti di 11 punti dopo mezz’ora di gioco (51-40 nei 32eesattamente).
I 20 punti di Leïla Lacan, accreditata anche di una valutazione di 26, non saranno quindi bastati, e nemmeno i due tiri dalla distanza che ha concatenato prima della fine di un terzo quarto durante il quale pensavamo le Landaise non ancora del tutto sereno ma finalmente con il ritmo giusto. Tutto si è dipanato in un quarto atto nel corso del quale il Basket Landes ha fatto sempre più fatica a gestire il proprio vantaggio (+2 a 1’30” dal termine). Fino al sorpasso a una ventina di secondi dalla fine (61-62) su tiro vincente dell’immancabile Tiffany Clarke.
Ci è voluta poi tutta la calma sotto la cerchia di Luisa Geiselsöder per rimetterla finalmente, e per sempre, pensavamo, davanti. Quindi per tre volte non c’era più niente da giocare. Ma tre volte troppi. L’allenatore delle Ardenne Romuald Yernaux, bravo giocatore, concorda: “È il basket, con la sua dose di sorprese, in una partita che loro hanno dominato più di noi nel complesso. Abbiamo giocato un po’ al gioco dei ritardatari ma senza mollare, senza mollare. E non mollando mai siamo riusciti a darci l’opportunità di vincere. »
“Non c’è tempo per dispiacersi per te stesso”
“Una partita si costruisce in 40 minuti. Prima c’erano forse delle opportunità da cogliere e controllare meglio per evitare questa situazione in cui ci diamo l’opportunità di essere battuti”, ha aggiunto Olivier Constant, vice di Julie Barennes, che deve averlo detto. Ammettiamolo: non è la prima volta che i Landaise tendono il bastone. Già, durante l’ultima partita del 2024, la sanzione non era andata lontano come La Roche Vendée (70-67).
Confermata Clarince Djaldi-Tabdi. “Questo scenario che si ripete, sì, è qualcosa che abbiamo osservato, sono cose che noi, individualmente e come squadra, dobbiamo risolvere. Queste perdite di palloni che ci costano sono cose su cui lavoriamo. Queste sono lezioni per il futuro. È una sconfitta ma non è la fine del campionato né la fine del mondo. » Che continua a girare: questo mercoledì, un’altra squadra metterà piede sul parquet del Mitterrand, il Mersin di Marine Fauthoux, capolista del girone di Eurolega. Quindi la digestione dovrà avvenire molto rapidamente.
“Andiamo avanti, non abbiamo tempo per piangerci addosso, anzi: dobbiamo essere attivi e questo a partire dal prossimo allenamento. Devi venire a testa alta, con ambizione, con disciplina. Nessuno tradisce in questa squadra, tutti sfrutteranno questa frustrazione per andare avanti”, ha sussurrato Clarince Djaldi-Tabdi, affiancato da Olivier Constant. “La sequenza delle partite ci aiuterà. Tra tre giorni giocheremo a Mersin ed è fantastico! Naturalmente siamo tutti segnati ma continuiamo. Non c’è tempo per pensare e va bene, ma c’è ancora tempo per analizzare cosa è andato storto. »E cercare di riprendersi il più rapidamente possibile.