La società britannica Emmerson ha annunciato, il 6 dicembre 2024, di aver raccolto fondi per citare in giudizio il Marocco dinanzi al Centro internazionale per la risoluzione delle controversie sugli investimenti (ICSID), dopo aver fallito nell’ottenere una licenza ambientale per la sua miniera di potassio a Khemisset.
Emmerson indica che la rinuncia riguarda principalmente le spese legali relative al contenzioso in corso, l’indennità di fine rapporto e la remunerazione base per i testimoni chiave nell’arbitrato, nonché le spese generali e amministrative.
Questa decisione è stata presa a seguito del parere sfavorevole rilasciato dalle autorità marocchine per l’impatto ambientale del progetto, in particolare per “un uso eccessivo di acqua”. La società britannica indica di aver informato il governo marocchino, il 1° novembre 2024, della sua intenzione di sottoporre la controversia ad un arbitrato internazionale. La società ha parlato anche di un accordo amichevole.
“Data la completa mancanza di impegno, prevediamo di ricorrere all’arbitrato tramite ICSID”, ha affermato Hayden Locke, presidente di Emmerson.
Secondo i media locali, la società britannica chiederebbe oltre 100 milioni di dollari per i danni subiti in seguito al rifiuto dello studio sull’impatto ambientale. Cosa che anche lei considera incomprensibile.
Ricordiamo che è nel 2022 che la società quotata alla Borsa di Londra, dopo aver ottenuto una licenza mineraria tramite una società locale, si dice pronta ad avviare i lavori del suo impianto produttivo a Khemisset, che dovrà essere “il prima unità di produzione di potassio in Africa”. “L’investimento iniziale era stimato a 415 milioni di dollari ma sarà rivisto al rialzo, a 450 o 500 milioni di dollari”, ha spiegato il direttore generale della Emmerson in Marocco.
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